DIOBOLIK.
Ovvero: la versione fake del film “Diabolik” che è a sua volta un fake del fumetto delle sorelle Giussani.
Premetto che Marinelli e Mastandrea con le parrucche a punta sono una delle cose più nauseanti del film. Per altro Marinelli è troppo dimesso e parla sottovoce per tutte le OLTRE 2 ore del film (anche troppo, ecchecazzo).
Marinelli non è diretto da un regista ma è semplicemente sotto sedativo. Ma anche sedato, Marinelli riesce a essere quasi credibile, comunque.
Sto filmetto si apre con il più brutto inseguimento della storia del cinema. Solo Piero Vivarelli nel "Satanik" del 1967 (altra eroina nera, sarà un destino?) è riuscito a fare peggio.
Qui un'auto della polizia segue la Jaguar di Diobolik lungo i viali di Bologna, a un certo punto la strada si alza, la Jaguar salta stile Hazzard poi ripiomba sulla strada. I gendarmi sgranano gli occhi alla Tex Avery. Arriva un'altra auto della polizia e Diabolik gli lancia del gas. I poliziotti muoiono tossendo, sfuggendo al pericolo di un sequel dato per certo. Fine.
E ovviamente da A si va a B senza nemmeno incrociare un passante: un barbone, un cazzo di puttaniere che torna dalla moglie, un Iside ubriaco marcio.
Niente.
ZE-RO.
Poi altra roba: gli attori fanno tutti venire la depressione, anche quelli bravi come Antonino Iuorio o Piergiorgio Bellocchio (Ah il solito figlio di papà… okay, stiamo sul pezzo e non facciamo polemiche sterili, sù). Ogni tanto si sente qualche cadenza del nord italia così marcata da risultare fastidiosa ma tanto s’è capito che la Clerville delle Giussani è una fotocopia della Milano anni ’60, mica ci voleva una colta disquisizione di Odradek per capirlo…
Gli attori che sfoggiano l'accento di cui sopra esibiscono anche un paio di baffoni visibilmente posticci. Stendiamo un velo pietoso.
Non so perché ma è così. Claudia Gerini tenta la sintesi definitiva tra Franca Valeri e Daniela Santanché, sbilanciandosi fatalmente verso la seconda.
Fotografia scarsa, regia sciapa e incerta, la prima parte sembra uno sceneggiato del tenente Kojak (ma tanto i Manetti diranno che è voluto, è chiaro), invece la seconda parte sembra un copione di Brian De Palma girato da Roberto Faenza (doveva entrarci, dai).
Ancora sugli attori: i bambini all'asilo impegnati nel gioco simbolico al confronto sembrano falsi quanto una dichiarazione di Salvini che si è fatto la terza dose di Astrazeneca.
Miriam Leone è una gran figa e la somiglianza col suo corrispettivo fumettistico è sicuramente impressionante. La sua Eva Kant risulta più sexy dell'originale ma ci vuol poco, anche qui, dai… A una gran gnocca le si perdona davvero tutto. Ammettiamolo.
Unica trovata caruccia: la canzonetta estiva fintamente d'epoca.
E comunque sappiate che la cosa più “da Diobolik” che ho fatto è riuscire a entrare in un cinema a vedere questo film senza Super GP.
E non so se il Vero Diobolik (intendo quello delle sorelle Giussani) ci sarebbe riuscito!
Punisher 1 – Diobolik 0.
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