Negli anni '80 dominati da tastiere e musica elettronica, nel sottobosco parigino un folto gruppo di ragazzi di strada guidati dai fratelli Manu e Tonio Chao uscivano alla ribalta con il loro primo lavoro, dal titolo già emblematico, "Patchanka".
Il disco sancisce la nascita di un nuovo genere, ispirato dai (non poteva essere altrimenti) Clash, padri del miscuglio di culture e suoni in musica, ma letto con una nuova interpretazione e un diverso approccio.
La Mano Negra strappa l'idea dominante di musica degli anni '80 gettando i residui nel pentolone ribollente della "patchanka", dove confluiscono punk, ska, reggae, rock n'roll, flamenco, funky e un cantato in francese, inglese e spagnolo, il tutto suonato con tanta fantasia e quel che serve di tecnica, con un forte gusto per cori, falsetti e filastrocche.
"Ronde De Nuit", "Indios de Barcelona", "Noche de Accion", sono tra i più bei brani dell'album, strabordanti di freschezza musicale scaturita da miscela folle di trombe ska, chitarre semplici, ritmi incalzanti e melodie vocali impossibili da dimenticare. "Rock Island Line", "Killin' Rats" e "Bragg Jack" sono i brani più incalzanti dell'album, dalla voce rappata ed aggressiva e chitarre molto "clashiane".
"Salga La Luna" e "Mala Vida" gli episodi più malinconici e "flamenco" dell'album, in cui la voce di Manu Chao non si fa nè agguerrita nè in falsetto ma triste e sofferente.
Carico i commenti... con calma