Quando ho acquistato questo cd ho sentito una strana sensazione, che non mi era mai capitata fino ad ora. Ho cercato di scorgere nei minimi dettagli all'interno della copertina, qualcosa che mi riuscisse a dare un'idea precisa di ciò che avrei ascoltato di lì a poco. Ma la sensazione netta che ho percepito fin dall'inizio è stata quella della mancanza di qualcosa. Come se bastasse il tocco dell'oggetto stesso per trasmettermi il tutto al suo interno. Non sono un veggente, ma dopo aver ascoltato il disco più e più volte ho ripensato di nuovo a ciò che ho provato fin dall'inizio, per darmi una risposta sul "perchè". E' passato circa un mese eppure ancora non riesco a concepire quella sensazione di fondo...
Hyperion è il terzo disco della band danese Manticora, che insieme ai Wuthering Heights sta cercando di portare in alto un genere non troppo seguito in quella nazione. Dopo il buon debutto "Roots of eternity" e l'ottimo "Darkness with tales to tell", il terzo album era atteso come quello che dovesse confermare quanto di buono fatto fino a quel momento, rielaborando tutto in una nuova concezione musicale. Avendo ascoltato soltanto i primi tre lavori della band posso dire con certezza, che Hyperion non regge il confronto con gli altri due. Dal punto di vista musicale porta alcune sperimentazioni nel sound della band, ma il risultato finale non raggiunge quella qualità a cui i Manticora ci avevano abituato.
Hyperion è basato sulla saga fantascentifica di Dan Simmons, che per averla letta, probabilmente non meritava un album del genere. Parlare dei temi trattati da Simmons diventerebbe complicato sia per la complessità di essi, che per la difficoltà a poterli collocare in un album di power metal.
L'inizio è come ormai d'abitudine un intro atmosferica, che si trasforma pian piano attraverso suoni per nulla evocativi in una song vera e propria in cui trovano posto anche le chitarre di Larsen e Arendal. Il proseguo non è dei migliori e "Filaments of armageddon" scorre via con i suoi oltre sette minuti, lasciando dietro di se solo una scia di noia e riff abbastanza insulsi. Si percepisce fin da subito una mancanza di mordente, con riff che vorrebbero essere efficaci e aggressivi ma che generano soltanto un gran mal di testa. Inoltre si ripropone quello che io ritengo il più grave problema della band: saranno i miei gusti ma non riesco a sopportare la voce del singer Lars Larsen. Lontana dai vocalizzi di Kiske e dall potenza evocativa di Kursch, Larsen ha con il suo tono monocorde, "rovinato" anche quei passaggi che musicalmente risultavano validi.
Penso sia inutile parlare troppo delle tracce, anche perchè nonostante qualche differenza si somigliano molto tra loro. Cito "Cantos" che a mio modo di vedere è la più varia e avvincente del disco, così come salvabili sono "On a sea of grass - Night" e "Swarm attack", un pezzo strumentale. Per il resto Hyperion risulta fiacco, adagiato su se stesso, involuto. Eppure sebbene sia da molti considerato come il loro capitolo meno riuscito, quest'album è comunque da considerare per l'importanza che ha avuto per il sound stesso della band. Se infatti con i primi due lavori, i Manticora proponevano un power metal nella norma, con questo Hyperion la band è andata a scradinare nuovi lidi del metal: si possono ascoltare segmenti tendenti al thrash e allo stesso tempo sprazzi di vero e proprio progressive metal.
Forse sono stato troppo pesante con la valutazione, ma dopo averlo riascoltato diverse volte, non posso fare altro che confermare quanto già è stato detto. Un album non urgente, poco convincente. Un vero e proprio passo falso per la band danese.
1. "A Gathering Of Pilgrims" (2:21)
2. "Filaments Of Armageddon" (7:36)
3. "The Old Barge" (3:51)
4. "Keeper Of Time - Eternal Champion" (7:53)
5. "Cantos" (7:00)
6. "On A Sea Of Grass - Night" (1:41)
7. "Reversed" (7:36)
8. "On A Sea Of Grass - Day" (3:03)
9. "A Long Farewell" (8:44)
10. "At The Keep" (4:40)
11. "Swarm Attack" (2:08)
12. "Loveternaloveternal..." (7:03)
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