Il come back dei danesi Manticora è un album che spiazza. Fin dal primo ascolto lascia interdetti, non per la qualità che si mantiene elevata per tutte e sette le tracce, ma bensì per il tipo di musica che troviamo al suo interno. Infatti, i cinque membri della band, ancora una volta capitanati dal singer Lars Larsen a tre anni di distanza dal secondo capitolo di "The black circus", sono tornati in studio per dare alla luce il settimo album di una carriera iniziata nel 1997 con il debutto "Roots of eternity", quando la band era ancora sui lidi power metal teutonici. I Manticora non trovarono la notorietà con quel disco e neanche con il successivo e migliore "Darkness with tales to tell", prima di avere una caduta con "Hyperion" e "8 Deadly sins". Dopo questi due fallimenti, la band ha cercato di virare verso un modo di suonare svincolato dai grandi padri del power teutonico e ha elaborato una proposta sicuramente più personale che troviamo nei due capitoli del concept "The black circus". Ebbene chi si aspettava un album sulla falsariga di questi ultimi due si è sbagliato di grosso, perchè con Safe i Manticora ampliano notevolmente i loro orizzonti musicali.
Ciò che è contenuto in questo disco è una commistione brutale di heavy e thrash metal e in alcuni casi fa capolino anche un fugace growl, che dimostra il notevole appesantimento del sound. Questa scelta è vittoriosa non soltanto per il risultato finale ma anche per la voce di Larsen, che con il suo timbro basso non mi aveva mai entusiasmato in passato ma che all'interno di questa proposta ci sta a meraviglia, vista anche la maggior pesantezza della musica. Gli altri membri della band ha partire dai chitarristi Kristian Larsen e Martin Arendal per continuare con il batterista Mads Volf, mostrano una buona tecnica, creando tappeti sonori di assoluta potenza in cui la batteria regola il tutto con precisione. La riprova di quanto scritto la troviamo fin dall'iniziale "In the abyss of desperation" dove emergono riff prepotenti in netto stile thrash metal. La band dimostra affiatamento e compattezza, riscontrabili anche nella successiva "Silence the freedom": si evidenziano un'ottima sezione ritmica e partiture di una pesantezza che mi ha riportato alla mente alcune cose realizzate in passato da band come Pantera e Anthrax. Sulla falsariga delle precedenti anche le due "Complete" e "From the pain of loss (I learned about the truth)" che ci conducono fino alla splendida "A lake that drained": la potenza dei riff si incastra a meraviglia con lo splendido chorus, andando a generare uno dei momenti più trascinanti dell'intero lavoro. Proprio in conclusione di cd troviamo i migliori episodi, perchè dopo la song già citata arriva un altro magnifico esempio di power/heavy/thrash perfettamente amalgamato che da vita a "Carrion eaters". Eppure nonostante tutti questi pezzi positivi, l'apice compositivo arriva con la titletrack che conclude l'album con i suoi 14 minuti, in cui troviamo momenti tirati, altri più riflessivi, tutto condito con dei fugaci chorus che nulla hanno a che vedere con gli stornelli happy di band come Freedom Call e Stratovarius.
Safe si presenta quindi come un ottimo prodotto, che uscito alla fine del 2010 si può considerare come uno degli episodi più felici dello scorso anno nell'orizzonte metallaro. La band danese ha saputo riscattarsi dopo un lungo periodo di appannamento, rinnovando il proprio sound anche attraverso una formula inaspettata e lontana da ciò che ci veniva proposto soltanto alcuni anni fa. Il risultato è di assoluto valore e forse potrebbe finalmente garantire al gruppo quella notorietà che fino ad oggi non hanno ancora riscontrato. Questo è un lavoro di ottimo livello. Per i Manticora, il cammino ricomincia da quì.
1. "In The Abyss Of Desperation" (5:32)
2. "Silence The Freedom" (7:05)
3. "Complete" (5:30)
4. "From The Pain Of Loss" (4:37)
5. "A Lake That Drained" (6:02)
6. "Carrion Eaters" (6:35)
7. "Safe" (14:09)
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