Il gruppo danese, dopo passi falsi come "Hyperion" e "8 deadly sins", ha avuto il coraggio di fermarsi, ragionare e regolarsi di conseguenza. La band di Hvidovre si è presa due anni di pausa e ha sfornato nel 2006 il quinto album della sua carriera, iniziata con "Roots of eternity" nel 1999.
Ancora una volta capitanati da Lars Larsen dietro il microfono, i sei membri decisero di dare una sterzata netta al loro modo di suonare: se prima i Manticora si erano aperti un varco nel mercato musicale era per il loro power. Un power potente, di matrice teutonica, un po' fuori dagli schemi ma pur sempre "power metal". The black circus part I - Letters apre invece un nuovo periodo: tutto si appesantisce, dai suoni all'atmosfera generale. I riff della coppia Kristian Larsen e Martin Arendal diventano più corposi, sfociando a volte anche nel thrash. Inoltre non si disdegnano inserzioni e orchestrazioni dal chiaro marchio progressive, in un "ensemble" decisamente più vario e avvincente del vecchio trascorso dei danesi. A concludere il tutto un concept di matrice horror, ripreso a piene mani dal maestro Howard Phillips Lovecraft, sempre più "saccheggiato" in ambito musicale.
Che il lavoro sia maggiormente vario rispetto al passato si può capire già dalla presenza di quattro veloci inserti orchestrali intitolati "Intuneric" che hanno il compito di spezzare l'andamento robusto del disco. Scelta questa abbastanza fuori luogo, che mostra ancora come il periodo di sbandamento dovuto alla non piena riuscita dei due cd precedenti non sia stato del tutto assorbito. Per il resto i Manticora sembrano aver trovato con questo lavoro la loro dimensione musicale reale, che sarà poi portata avanti sia nel secondo capitolo del "The black circus" sia con l'ultimo "Safe". C'è una rinnovata voglia di stupire e di provare nuove soluzioni: la titletrack apre in maniera prepotente il cd, mostrandoci una band con propensione battagliera. Una rinnovata potenza compositiva che Larsen e soci sembravano aver perduto. I cori di "Enchanted mind", uniti a riff ai limiti del thrash sottolineano il ritorno ad ottimi livelli del gruppo danese: The black circus part I è un'opera valida che andrebbe analizzata al di là dei pregiudizi che normalmente avvolgono il power metal, soprattutto quando non siamo di fronte ad un vero e proprio disco di power, come invece erroneamente molti esperti del settore lo hanno definito. La leggerezza evocativa di "Freakshow", unitamente ai cori femminili della splendida "Wisdom", chiariscono che il quinto album dei Manticora possiede al suo interno una diversità di stili e scelte che lo rendono positivo, pur lontano dall'essere un capolavoro.
Alla sua uscita venne accolto come una manna dal cielo, per essere poi pian piano accantonato. Era difficile pensare ad una band che dopo lo scialbo "8 deadly sins" si riprendesse dando alla luce un album di questo tipo. Il combo danese, ormai punto fermo del metal europeo, ha saputo risorgere dalle ceneri, proponendo un sound rinnovato, ma soprattutto ha spazzato via tutti i dubbi sorti sul loro conto, grazie ad un lavoro complesso, vario e avvincente, cioè tornando a proporre tutti quegli elementi che i Manticora avevano perduto.
"My dear friend... I bid you welcome to the show..."
1. "Enter The Carnival" (2:07)
2. "The Black Circus" (5:26)
3. "Intuneric I" (0:31)
4. "Enchanted Mind" (5:30)
5. "Intuneric II" (1:02)
6. "Forever Carousel" (5:54)
7. "Freakshow" (4:53)
8. "Gypsies Dance Part 1" (6:34)
9. "Intuneric III" (0:36)
10. "Wisdom" (7:01)
11. "Intuneric IV" (2:00)
12. "Disciples Of The Entities" (5:48)
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