Più che una recensione mi appresto a fare un consiglio per l'acquisto. Lui è Manu Katché, già batterista di P. Gabriel, Sting e R. Robertson, dedicatosi ad attività musicali un po' più elitarie con Jan Garbarek, dà vita a questo suo secondo lavoro (il primo "It's About Time" del 1991 erano delle pop song), che lo consacra a pieno titolo membro della scuderia ECM, è un album bello con ospiti importanti, tra i quali lo stesso Garbarek.

Il CD si può dire che sia diviso in due parti, ovvero i primi cinque brani morbidi e sfuggenti un po' sulla riga delle composizioni di Garbarek, dove si può sentire Katché che sfiora le percussioni, dando una dimensione sonora più rarefatta e profonda, in questo caso (visto che si parla di un batterista), un uso più profuso dei muti con i classici suoi splash da 12", in "Lullaby" si può sentire tra l'altro un mostruoso Marcin Wasilewski al piano. Gli altri brani rimanenti ad eccezione dell'ultimo (in totale vi sono 10 composizioni), sono brani con una ritmica più decisa dove da spazio all'intero ensamble per esprimersi anche con delle prestazioni meno rigorose e un po' più virtuosistiche. Attenzione, questo come potrebbe sembrare, non è un lavoro fatto da professionisti ma sterile e privo d'emozioni, qui le idee ci sono e i brani sono molto belli. L'album si chiude con "Rose", delicata suite che da sola vale il prezzo del CD. Consigliato agli amanti del genere e non solo.

Carico i commenti...  con calma