Habemus Manuel!
Dopo un’attesa di mesi finalmente è arrivato “Ama il prossimo tuo come te stesso”.
Il primo singolo all’uscita di “Diabolik”, poi un paio a giugno, una tournée estiva con qualche pezzo, dai bisogna ammettere che Manuel si è giocato bene il lancio del suo primo lavoro da solista.
Fin dai primi ascolti appare chiaro che “Ama il prossimo tuo come te stesso” nasce soprattutto per due motivi:
1. Gli Afterhours visti i numerosi progetti paralleli di tutti (dai Winston, ai Buñuel, ai progetti solisti, alle collaborazioni...) da anni sono ormai più un super gruppo che una band vera e propria, con ritmi che probabilmente non collimavano più con l'urgenza creativa di Manuel di fare musica.
2. I fenomeni (nella musica come nello sport) si dividono in due grandi categorie, quelli a cui piace fare grande musica condividendo gli spazi con altri fuoriclasse e quelli a cui piace lasciare il segno del Mamba (cit. per appassionati NBA) sui propri successi, definendo bene chi è il "capo" del gruppo.
Manuel per me rientra sicuramente nella seconda e ha voluto mostrare a tutti anche il suo notevolissimo talento musicale, suonando e co-producendo il disco.
Detto ciò, l'album è compatto, musicalmente vario (rock, prog, industrial, ballate cantautoriali con nuances pop), suonato in maniera eccellente e creativa (riff, distorsioni, rumori e cambi di ritmo e tempo, suono che passa dall’abrasivo al melodico) e con un'ottima produzione.
I testi li ho trovati più accessibili rispetto agli After e alcuni semplicemente stupendi.
Bella anche la performance dal vivo con una band coesa, talentuosa e con la "cazzimma" giusta (trovo i LPOM un duo estremamente interessante che sta facendo la giusta gavetta e Beatrice A. il collante che ogni band vorrebbe avere).
Passando alla tracklist, nel mio personale ranking ci sono 4 grandi pezzi:
“Signorina mani avanti”
Per me il masterpiece dell’album, moderna, nella comfort zone di chi ama una batteria aggressiva e presente e chitarre graffianti.
“Proci”
La canzone più prog e interessante, con un uso del pianoforte geniale. Testo che ricorda i tempi di “Germi”
“Milano con la peste”
Testo bellissimo, giovani musicisti prendere nota su come scrivere una canzone d’amore, senza essere banali e stucchevoli.
“La profondità degli abissi”
Fare un grande pezzo è difficile, fare una grande soundtrack è difficilissimo.
Manuel qui si è dimostrato artista a tutto tondo perché appunto capisce il film (off topic per me i Minetti Bros hanno realizzato uno dei migliori film italiani del 2022).
Chi ascolta la canzone avendo visto il film penso capirà cosa voglio dire.
Fra i pezzi sicuramente notevoli annovero:
“Tra mille anni mille anni fa”, “Pam Pum Pam” e la title track.
3 ballate pulite che lasciamo spazio a voce e testi profondi, toccanti a volte drammatici.
Il pianoforte bussa alla porta dell' ascoltatore, se dopo qualche ascolto si decide di farlo entrare ti invade e travolge.
L’uso degli archi a volte orchestrali a volte distorti è chirurgico.
“Severodonetsk”
Un bel pezzo rock old style con l’incipit di chitarra che vale da solo il prezzo del biglietto.
“Guerra e pop corn”
Altro pezzo super interessante, all’inizio il pianoforte “violentato” poi i cambi di tempo per dar sfogo alla sua innata voglia di sperimentare sempre e comunque.
Chiudo con “Lo sposo sulla torta”, catchy, gradevole ma per i miei gusti la canzone più debole del lotto .
Sarà forse che non sono un grande amante dei duetti anche se ammetto che sono curioso di sapere chi è la misteriosa Vaselyn Kandisky (altra trovata geniale comunque fosse solo per il nick name…).
P.S. Anche se poi dopo 4/5 ascolti penso che in Italia ci siano band (tipo quelli che facendo solo cover portano 80mila persone ai concerti) che ci metteranno 3 vite per scrivere un pezzo così...
In conclusione, album davvero notevole che contende a Close dei Messa il titolo di mio miglior album italiano del 2022 (a proposito ragazzi IN BOCCA AL LUPO e rimettetevi presto!!!).
La speranza è duplice ovvero che questo disco abbia presto un seguito ma che al contempo la carriera solista di Manuel non sancisca la fine di una delle band più emozionanti, creative e talentuose che abbiamo avuto il piacere di ascoltare negli ultimi 30 anni.
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