I prossimi anni '10 saranno probabilmente ricordati, nella coscienza collettiva, come gli anni della grande questione femminile, registrando, a mio avviso, una decisiva ascesa delle donne a posti di comando e prestigio nella società, nell'economia, e, ovviamente, nella politica: si verificherà dunque il compimento della difficile emancipazione iniziata con il suffragio femminile nel primo ‘900, con la liberazione sessuale degli anni '60 e '70, e con l'irto percorso di revisione delle istanze femministe che, nel bene e nel male, ha caratterizzato il successivo quarantennio, durante il quale è stato necessario coniugare l'acquisita "libertà" con non meno importanti valori quali "autonomia" e "responsabilità" della donna nel mondo contemporaneo.
In un contesto del genere, il libro dell'attuale Ministro delle Pari Opportunità, dott.ssa Mara Carfagna (Salerno, 1975), risulta essere non solo un'interessante rassegna delle donne che hanno fatto la storia del tardo ‘900, ma anche una utile chiave di lettura delle possibile vie attraverso le quali alcune donne, svincolatesi dal giogo della società familistica e patriarcale del passato, hanno dato il loro contributo alla formazione di un diverso modo di intendere l'esercizio del potere politico, in cui i menzionati valori di "autonomia" decisionale e "responsabilità" rispetto alle decisioni prese hanno dato effettivo significato alla conquistata libertà femminile.
Valore aggiunto del libro è dato dalla personalità dell'autrice, brillante e coraggiosa personalità capace di superare i vecchi luoghi comuni del trito maschilismo, per il quale una donna bella (quale indubbiamente è Mara Carfagna, con un breve passato nel mondo dello spettacolo) non può essere automaticamente intelligente, capace di discutere pari a pari nell'agone parlamentare, o di dirigere, con particolare efficacia, le politiche del proprio Ministero.
Questo libro costituisce dunque una sferzante risposta a quanti, soprattutto nello schieramento di sinistra, hanno strumentalmente additato in Mara Carfagna come una persona incapace di fare politica ad alto livello, rappresentando le istanze del corpo elettorale, per il solo fatto di avere trascorsi nell'intrattenimento televisivo, o, peggio ancora, per il solo fatto di essere una donna di classe, fascino e stile, sottendendo, surrettiziamente, che le suddette qualità esteriori non possano essere accompagnate da analoga capacità di penetrare, indagare, la politica, e, soprattutto la storia politica.
Venendo al contenuto del saggio di Mara Carfagna, può osservarsi come si tratti di una rassegna biografica di donne "esemplari", capaci, in forza della propria personalità e delle proprie capacità, di mutare il corso della propria vita e del proprio tempo, imprimendo la loro presenza nelle epoche vissute, talora anche nel mondo contemporaneo.
Si passa dunque dall'acuto ritratto di Margaret Thatcher, donna che più di Elisabetta II incarna l'apice del XX secolo inglese, anche nelle sue contraddizioni, a figure più recenti che alla Tatcher sembrano ispirarsi, come l'ucraina Yulia Tymoshenko, la tedesca Angela Merkel, le esotiche Ayan Hirsi Ali, Rachida Dati, Tzipi Livni, giungendo alle americane Condoleeza Rice e Sarah Palin, potenziali candidate alla Presidenza degli Stati Uniti d'America al termine dell'era Obama.
Il tratto differenziale che unisce tutte queste donne, messo in evidenza dallo stesso titolo del saggio, è quello di essere donne di "destra", ovvero lontane dai valori del trito femminismo-libertario alla Erica Jong che, negli anni '70, sembrò quasi vanificare la spinta propulsiva della liberazione femminile in un canone, bozzettistico, di donna-amazzone, "libera" ad una sola dimensione, in quanto "sessualmente libera", di fatto risolvendo la libertà in un valore, anziché nella premessa per l'affermazione di nuovi valori in grado di vivificare il mondo contemporaneo, e di trasmettere un messaggio concreto alle nuove generazioni, di figli e figlie.
Donne che certamente non si ritirano nel falso-mito della vestale domestica à la Era o Estia, sconfessato dal movimento femminista, ma nemmeno fuggono nel nuovo, ed opposto, falso-mito à la Atena o à la Artemide, ovvero della guerriera senza macchia e senza paura, di nessun uomo e di tutti gli uomini assieme.
Direi piuttosto che si tratta di donne calate nel mondo concreto, capaci, certo con difficoltà ma anche grazie alla cooperazione di un mondo maschile (ed è curioso che il mondo in cui crebbero sia un mondo maschile, conservatore, apparentemente lontano dalle comuni degli anni '60 e dalle istanze apparentemente rinnovatrici di certa sinistra), di pensare per problemi e, soprattutto, di risolvere, senza sovrastrutture ideologiche o senza ricorrere a falsi miti e falsi ideali, tutti i problemi che la vita quotidiana può porre.
Stelle "a destra", dunque, come stelle polari delle giovani del nuovo millennio, e, probabilmente, per la stessa Mara Carfagna e per la sua ottima penna.
Mara Carfagna che, credo, diventerà, assieme a Mariastella Gelmini, Michela Biancofiore, Giorgia Meloni, una figura di riferimento nel mondo italiano di inizio XXI secolo, una "stella", al pari di Nilde Iotti nel secondo ‘900, con il vantaggio di vivere in un mondo in cui non occorre essere la compagna di un Togliatti per rifulgere, di luce propria, nel cielo della politica.
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