"The Stars We Are" un capolavoro degli anni '80, melodie perfette, pulite e lineari, ogni canzone è una completa realizzazione del genere prescelto per la traccia stessa, il tema d'esecuzione rimane identico dall'inizio sino alla fine d'ogni singolo pezzo.

E'un Album ad impatto diretto, descrive amore, dramma, poesia, sensualità, romanticismo, passione, fantasia e fascino più totale. La voce di Marc è trascendentale, tutti i duetti sono impeccabili e gli strumenti orchestrali sono da urlo, l'insieme personifica un sogno, una magia è un Album fantastico, fantastico veramente.

Inizialmente Marc insieme a Dave Ball, formano i Soft Cell e degli Album da ricordare, successivamente ancora aggregato a Dave, forma un altro gruppo Marc & Mambas che partoriranno due Album di cui un doppio valido ma poco apprezzato che lo costringeranno allo scioglimento, poi supportato da una nuova band, i Willing Sinners (in un secondo tempo ribattezzati "La Magia") inizierà una carriera da solita di progressiva maturità, arriveranno i primi grandi successi, quindi colpi di testa, droga, crisi, testi scandalosi, critiche ed esaurimenti, che lo bruceranno fino a toccare il fondo con masochismo psicologico, ma per fortuna, visto che la speranza è l'ultima a morire, arriverà il quasi incredulo e strabiliante risorgimento, il risultato? Sublime, memorabile!

Un'espressività vocale e strumentale senza precedenti e senza tali successioni. "The Stars We Are" suggestiva, piano, tromba, violini, percussioni e una voce che tocca il cielo -"These My Dreams Are Yours" duetto con Victoria Wilson-Janes passionale, caldo, complice un contrabbasso e organo che si sciolgono in bocca come un dolce cioccolatino fondente - "Bitter Sweet" un impeto di violini movimentati che cinguettano come tanti passerotti impettiti - "Only The Moment" una poesia d'amore scritta con le note e annunciata al popolo a squarcio gola "Your Kisses Burn" ultimo duetto con Nico (morirà in un incidente) forse un destino annunciato, triste, profondo, doloroso, un imploro d'ascolto e di perdono, una traccia di straordinaria bellezza - "The Frost Comes Tomorrow" nelle retrovie ritmi floreali e molto ispanici - "The Very Last Pearl" solare, accenni a soft-jazz, gli strumenti gorgogliano scherzosi giochi - "Tears Run Rings" la traccia più complice di tutto l'Album, voce che non ha paragoni, potente, resistente, una slavina catartica che spazza via tutto ciò che incontra - "Somethings Gotten Hold Of My Heart" duetto con Gene Pitney strappacuore, un poetico dramma che esige un colossale finale romantico - "The Sensualist" caldo, passionale, erotico sentimentale - "She Took My Soul In Istanbul" duetto con Suraya Ahmed, ritmi, cadenze ambientate perfettamente in una popolosa, appunto, "Instanbul" - "Kept Boy" duetto con Agnes Bernelle come d'incanto ci troviamo nella chiusura di una favola meravigliosa, perché è di una favola che si è parlato, la magica storia della vita quotidiana raccontata su un palcoscenico di un teatro vivente dove pinocchio diventa carne e dove a volte gli uomini, all'occorrenza in circostanze prevedibili o non, diventano fantocci di chissà chi, l'importante è saper amalgamare e controllare i sogni con la realtà per poter essere fuori ragionevolmente adulti e dentro ancora così tanto bambini.

Marc Almond ha dimostrato un'eccellente calibro di bravura e maturità, una performance accurata e difficile da ritrovare soprattutto dopo un passaggio di smarrimento più totale e quindi "tanto di cappello" per la volontà e la riuscita, Marc mi inchino e porgo i miei ossequi.

Carico i commenti...  con calma