Nascere professionalmente alla corte di Bill Evans, per un contrabbassista, è già un privilegio raro. Se poi la carriera prosegue a fianco di personalità come Stan Getz e John Abercrombie, significa che, oltre alla classe strumentale, si possiede quella versatilità che per i jazzisti contemporanei è un imperativo assoluto.
Come sideman, dunque, il giovane Marc Johnson possiede già un curriculum di assoluto prestigio; come leader invece debutta proprio con questo disco del 1986, e difficilmente poteva cominciare meglio di così. "Bass Desires" è un disco pieno di intelligenza e di emozioni, prodotto con estrema cura e assai equilibrato nella grande varietà di elementi diversi che propone.
Il fatto più sorprendente, forse, è la disinvoltura con cui questo leader allora esordiente riesce a far convivere una coppia di maestri della chitarra tanto eterogenea quanto quella formata da John Scofield e Bill Frisell, valorizzando le particolarità di ambedue: senso del fraseggio jazzistico e ricerca sul colore si amalgamano senza la minima sbavatura, sostenute dal drumming scintillante di uno degli ormai senatori della batteria in circolazione, Peter Erskine.
D'altra parte non è certo la capacità di riferirsi con piena dimestichezza a stili e linguaggi diversi che fa difetto a questo quartetto, tra estremo oriente, eterea tradizione, Coltrane & affini, roots & reggae, anzi; semmai si fatica talvolta a individuare, fra tanto talento, una cifra stilistica precisa. E forse, il fascino di questo disco è proprio questo: jazz? Rock? Fusion? E' musica degli anni '80, ben concepita e ben suonata. Il che, allora come oggi, non è poco.
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