C’è qualcosa di fico e maligno in Marc Ribot, penso sia innegabile: ha l’aria di quello che non si è mai “venduto”, che è andato ostinatamente diritto per la sua strada mettendo d’accordo (è un lusso riservato a pochi) critica e pubblico.

È uno di quelli che ha il “dono”, che pur non essendo un virtuoso iper-tecnico dello strumento riesce a prenderti per le palle fin dalla prima nota, con quel suono sporco ma preciso, che sa un po’ di sgengherato e sferragliante, ebbro e tremolante, eppure... Quando non è in tour o in studio con Tom Waits, Elvis Costello o Marianne Faithfull, Ribot trova anche il tempo di lavorare a progetti alternativi, tra cui quest’ottimo disco datato 2000, in cui il gruppo che lo affianca ha un nome talmente ironico da ricordarmi (chissà perché) Elio E Le Storie Tese: Los Cubanos Postizos, riprendendo in alcuni brani degli standard di Arsenio Rodriguez, ma suonati in chiave e con un suono decisamente “americano”.

È un disco che ha un sapore molto “latino”, ma la genialità e l’eleganza di Ribot e soci (che sono tutti collaudatissimi jazzisti americani tranne i percussionisti) consentono al tutto di non scadere nella cartolina, nel già troppo sentito e masticato: la parola d’ ordine qui è eccentricità. Tra pezzi strumentali e cantati, il disco si costituisce di una serie di riuscitissimi pezzi, a cominciare dalla fresca Dame Un Cachito Pa’ Huele, con un Ribot e i suoi trascinanti assoli subito in evidenza.
Segue la trama languida e un po’ sognante de Las Lomas De New Jersey che, semmai ce ne fosse bisogno, suggerisce che Ribot sa destreggiarsi senza problemi anche con la chitarra classica. Poi, il pezzo (a mio modesto parere) più riuscito del disco, El Gaucho Rojo: sensuale e luciferino, si sviluppa in maniera splendida grazie alla chitarra elettrica di Ribot che fa il bello e il cattivo tempo.

Obsesiòn è una sorta di “suite” a più riprese divisa tra il solito alternarsi di strumenti elettrici e acustici, con un gran lavoro di percussioni. Ironia e spessore negli arrangiamenti connotano le seguenti El Divorcio, Se Formò El Bochinche, Baile Baile Baile. Molto toccante ed evocativa la strumentale No Puedo Frenar. Da balera cubana le conclusive Jaguey e Carmela dame La Llave, quest’ultima ti fa venire voglia di bere cinque cuba libre e di cominciare a ballare senza ritegno.

Ve l’ho detto, questo qui sembra avere il “dono”. E non sbaglia mai un colpo.

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