Marco Carta è assolutamente un figo.

Non sa parlare, non sa cantare, ma rimane un figo, e un figo deve, per forza di cose, schiacciare migliaia di ragazzine.

Quindi, con il merito aggiunto di:

•1.       Essere un cantante uscito dalla durissima selezione del conservatorio di Cagliari;

•2.       Aver vinto "Amici" grazie a quello che ha imparato da anni e anni di studio, mettendola in culo a sbarbati che pensavano di andare lì e trionfare solo per il fatto di essere bellocci e dotati vocalmente poco più di un peto di criceto;

•3.       Aver trionfato a Sanremo nonostante l'acerrima concorrenza di mostri sacri del calibro di Sal da Vinci (raccomandato sicuramente da zio Leonardo), Iva Zanicchi (che aveva trovato il tempo tra impegni parlamentari .. BUAHUAHUAHUAH.. per presentare un pezzo scabroso che l'ha decisamente penalizzata), Gemelli Diversi (no comment), e Albano (che ci prova sempre, mai una volta che se ne stia a zappare nei suoi ettari di coltivazioni), complice anche l'eliminazione istantanea di Afterhours e Tricarico, lo smarrimento innanzi alle tette di Patty Pravo, la liricità fuori luogo di Renga ecc..

Il nostro amico, scampato ad un futuro come pastore del Gennargentu o come coiffeur per quarantenni single vogliose, entra di diritto nel fantastico mondo dei più grandi cantanti sciupafemmine del nuovo secolo e si candida come il futuro massimo esponente maschile rappresentante della musica italiana nel mondo, cercando di rubare lo scettro a Ramazzotti e Zucchero.

Già, perché ascoltando Marco Carta. le assonanze sono palesi: un quarto di Ramazzotti, misto a uno di Baglioni, Tozzi e un quarto di chiunque si avvicini per la prima volta al karaoke.

Il suo modo di cantare è stantio, più di un pezzo di gorgonzola dimenticato in fondo al frigo per mesi, la sua vocalità afona (non so se lo faccia apposta o se abbia proprio problemi alle corde vocali) fa innervosire anche un sordo (con tutto il rispetto per i sordi), e la sua capacità artistica è sicuramente pari a quella del creatore delle sigle di "Dragon Ball" (tra l'altro somiglia anche a qualche personaggio della serie).

Mi dispiace parlarne male, Carta è un ragazzo che sicuramente, leggendo notizie sulla sua vita, non ha avuto molte soddisfazioni e ha vissuto anche tragedie mica da ridere, ma quello che mi fa incazzare è che sia diventato l'ennesimo prodotto da spremere da parte di gente senza morale e scrupoli la quale, non appena avrà cavalcato l'onda e raccimolato quanto più possibile, lo lascerà colare a picco da solo e il telefono di zia Maria, nel momento del bisogno, sarà sempre occupato.

Ascoltando le tracce dell'album ti cadono comunque i coglioni dopo i primi 2 minuti, e sicuramente con lui suonano, o son costretti a farlo, musicisti preparati e competenti, che riescono a confezionare una base scialba ("Per sempre"), senza capo né coda, studiata appositamente per sostenere e mettere in risalto la voce di Carta che vuole somigliare a tutti i costi a Baglioni, ma forza in modo imbarazzante nel tentativo di salire di tono.

La salsa è sempre la stessa per tutto il seguito, "Anima di nuvola", architettata per lo sbrodolamento di miriadi di ragazzine che si inebetiscono sognando di poter posare le labbra (e altro) su quelle (e altro) del loro giovane sogno erotico, "Un grande libro nuovo" riporta all'insopportabile Tozzi degli anni 80 con i tormentoni da slinguazzata, e il pezzo che dà il titolo all'album è veramente da dimenticare dopo il primo ascolto (se avete la sfortuna di ascoltarlo).

E da qui in poi le idee (parola grossa) finiscono drasticamente per lasciare spazio a fior fior di cover: "E tu" - Baglioni, come se non ci avesse già da decenni frantumato i coglioni già la versione originale, "Ti pretendo" - Raf, per attirare le ragazzine che non erano ancora cadute dopo i primi quattro pezzi, "La donna cannone" - De Gregori, che in un album come questo io avrei avuto la decenza di lasciar fuori, "Vita" - Dalla/Morandi, in duetto con il suo guru Luca Jurman (per la serie siamo raccomandati anche dentro al disco, non solo intorno) e, dulcis in fundo, "Mi ritorni in mente", tanto Lucio si è già ribaltato milioni di volte nella tomba, una più una meno..

Ora io mi chiedo: ma l'avrebbero data a chiunque altro una possibilità discografica del genere, incidendo un album con la metà fatta di cover? Cioè, anch'io se andassi da qualunque casa discografica e proponessi quattro pezzi mielosi e altrettante cover piazzate come riempitivo a casaccio, avrei la certezza di essere prodotto?

Marco, sei giovane, sono contento che tu abbia avuto una possibilità, davvero.. Comunque potevi giocartela meglio, visto che di Baglioni già uno ce n'è e ci ha già scassato la minchia assai, Ramazzotti per fortuna è alla frutta e Tozzi è anni che non si sente più..

Ha ragione Pino Scotto, chi gestisce il business ha rovinato e buttato nel ridicolo questo paese sia culturalmente che artisticamente, e pensare che abbiamo insegnato al mondo a dipingere, a scolpire, a scrivere, a costruire, a fare grande musica e anche a scoprire che la terra gira intorno al sole e non viceversa (Giusto no? E' la terra che gira intorno al sole!?!).

Abbiamo perso la credibilità ovunque e da ogni parte ci prendono per il culo!

Grazie..

A volte è dura, ma in fondo al cuore, nonostante tutto.. SEMPRE ORGOGLIOSO DI ESSERE ITALIANO!!

P.S.: Marco, suvvia, confessa che ti fai le sopracciglia dai!!!

P.S. (2): Qualche giorno fa mi trovavo al centro sportivo del paese guardando mia figlia giocare spensierata e tranquilla con un suo amichetto, in tasca avevo il mio fedele lettore MP3 che, per il godimento delle orecchie trasmetteva in repeat "Tripod" dei mai troppo compianti Alice in Chains (grandissimo album) e me ne stavo a cazzeggiare seduto su una panchina, quando, dalle tribune accanto al campo di calcio, visto che avevo solo un auricolare inserito nel padiglione destro, mi salta all'orecchio una musichina, che esce da un telefonino di un gruppetto di ragazzine quattordicenni in attesa di essere sverginate (e non) e ragazzini in attesa di coglierre il loro frutto immacolato della passione.

Così tendo maggiormente l'orecchio e riiconosco "La forza mia" del nostro mitico eroe incartapecorito e tutti che cantano convinti..

Al momento mi è salita una tristezza sconcertante, poi, dopo pochi secondi, ho pensato fra me e me: ma guarda sti quattro sfigati, in fondo l'ho scampata bella, cazzo quanto son stato fortunato ad essere nato all'inizio dei gloriosi anni '70!

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