Immagine di essere un artista che cerca di emergere. Avete passione per la musica, e volete che la vostra passione diventi realtà. Ti inizi a cercare i componenti per fare una band quantomeno decente, con fatica li trovi (e si sa che al giorno d'oggi ci son un mare di chitarristi e bassisti ma sempre meno batteristi, per non parlare di tastieristi, mettendo da parte la bravura). Iniziate a scrivere i vostri pezzi, rigorosamente tutti assieme, iniziate a fare serate nelle vostra città per farvi conoscere. Magari qualche volta organizzano qualche contest, qualche festival, e voi ci provate, senza puntarci tanto, ma semplicemente per aver un palco in più da calcare, altre persone da far divertire con la vostra musica (di qualunque genere sia), magari prendervi nuovi fan.
Vi fate una bella pagina di Myspace, e pian piano la pubblicizzate (decidete voi come). Con tanta fatica, con i vostri soldi messi da parte dopo diverse serate riuscite ad affitare un sala di registrazione, finalmente fare il vostro demo serio e non fatto nel garage di casa vostra. Lo fate girare, lo mettete ad un prezzo onesto. E continuate a girare, farvi conoscere. Come si dice dalle mie parti, vi fate il mazzo a tarallo. Una sera andate su Itunes, guardate la sua classifica. Magari sognate, un giorno, almeno di essere lì dentro, tra i milioni di brani ci siano anche i vostri. Leggete la classifica dei album più venduti. Leggete un certo Marco Carta, non sapete chi sia questo tizio, ma andate oltre.
Il giorno dopo andate ad un negozio di dischi... Avevate chiesto un favore al negoziante, che poteva esporre il vostro demo, frutto di mesi di fatica. Purtroppo il negoziante dice di no, non è stato venduto alcun disco. Guardate là, il tuo piccolo scaffale pieno ancora. Vai un pò avanti, guardi, e vedi ancora questo Marco Carta. Ha un cartonato tutto per lui, file e file di CD, alcune già finite. Incuriosito, ti compri il disco, vuoi capire chi sia questo tizio, magari uno come te, che ha faticato tanto e che ora ha il giusto prezzo.
Prima di inserire il cd fai un pò di ricerche su Internet, per capire chi sia questo Marco Carta. Inizi a scoprire che è uno dei tanti che, a differenza tua, è bastato aver il bel faccino, aver le ragazzine e i ragazzini urlanti per parte tua. Vinci un programma, e ti fanno un cd. E tu lì, come il fesso, a farticarti ogni singola serata, fare la gavetta, mentre arriva questo ragazzo e ha tutto e subito. Ma vabbè, non vuoi partire prevenuto, come diceva Dè Andrè: "Dal Letame nascon i fiori", magari stavolta è uno che merita.
Metti su il cd, essendo assolutamente non prevenuto, dimenticando, per la durata del CD, tutta la rabbia. Ma la rabbia ti sale sempre su. Ti sale la rabbia perchè una major come la Warner si abbassi a fare un dischetto del genere. Perchè si tratta di un dischetto. La voce c'è un pò, lo ammetto, ma non va oltre, è solo voce senza niente. Si vede, chiaramente, che il cd è stato fatto in fretta e furia per battere il ferro fino a quando era ancora caldo. Si passa da pessime cover, tra cui una de "La Donna Cannone" in cui esce fuori tutto il suo forte accento sardo. Le canzoni inedite son di quanto più banale sia mai uscito da mente umana, ai livelli della rima "sole, cuore, amore" che tanta fortuna ha fatto sia a Sanremo che ad una cantante di cui ora mi sfugge il nome. Mentre le cover non possono mai reggere il confronto con quelle originali. E' un prodotto fatto apposta per le fan che spenderanno felicemente 15 €, si scioglieranno davanti all'ovvietà e riempiranno i forum di k e parole accorciate per lodare il beniamino del momento, fino a quando non ne uscirà fuori un altro dalla macchina del pop di becera qualità.
E tu, che fai di tutto per suonare, ti sudi ogni singola nota, ti ritrovi alla fine con questo disco il mano, la faccia quasi sorniona del cantante che ti guarda, che quasi ti dice: "Vedi cosa si deve fare per far successo?". E pensi ad 1984, il libro che ti ha cambiato la vita, quando parla della musica creata ad arte dal Grande Fratello per i Prolet per distrarli dai veri problemi, dalla mancanza di libertà. E ti arrabbi un bel pò.
Per inciso, la storia non è propriamente la mia ma di una persona a me cara che mi ha permesso di renderla pubblica.
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