In molti in Italia si porranno questa domanda: chi è il più grande in Italia tra Ligabue, Vasco Rossi? La mia risposta è Bleaha, il più grande è Marco Conidi, non sono impazzito e chi avrà ascoltato l'ultimo album o uno dei precedenti concorderà con me.

Perchè ahimè per la maggior parte del Popolo essere il più Grande vuol dire vendere di più, invece un Grande Artista si distingue per le emozioni che riesce a regalare, per l'onesta intellettuale, per il coraggio di sapersi rinnovare sempre, mantenendo alto lo standard qualitativo.

Per molti di voi la prima domanda che sorgerà spontanea sarà "Chi è Marco Conidi?" quindi e bene fare una breve Cronostory.

L'album in questione è la sua ultima fatica discografica uscito nel 2005 a distanza siderale, ben 8 anni dal precedente "Marco Conidi" (Ala Bianca/Cgd East West), Romano, al suo 5° album in Studio, di una carriera iniziata nel lontano 1989 e passata attraverso 2 partecipazioni al Festival di saremo nel 1991 con "Bungaro/Bella" con il brano "E noi qui" e nel 1992 con la splendida ed epica "Non è tardi", prodotta come tutto l'album "C'e in giro un'altra razza" dal grande Guido Elmi, che contiene altre Hit come la Title Track, "Non è Holliwood", "Sulla Strada" che sono diventate hit riproposte tutt'ora nei suoi live insieme ad "Angeli maleducati","Mi mancherai", "Jonny mezzanotte", "Un passo via da te" cover autorizzata dallo stesso Bruce Springteen "One step up" ed inclusa in un'Album tributo al "Boss", ed Italiani D'America, canzone simbolo degli Italiani all'estero. I live appunto sono il punto cruciale della carriera di Marco Conidi snobbato dalle Major Discografiche e Radiofoniche, Marco si rifugia nel suo zoccolo duro i "Fan" ben 7000 "Angeli maleducati" che negli anni lo hanno sempre seguito e sostenuto, un atto d'amore unico e senza precedenti in Italia.

Ma torniamo al nuovissimo e splendido album "Nuvole e regole" che mostra un'ulteriore passo avanti dal punto di vista Artistico, toccando momenti di altissima Poesia, accompagnati magistralmente da ottimi musicisti ed da una produzione precisa e non invadente.

Marco Conidi è cresciuto insieme alla sua musica che rispetto ai precedenti album si è spostasta verso sonorità più British, lui che per anni era stato alfiere di un certo Rock Cantautorale americano. Ascoltate lo splendido inno ultra generazionale come "Oggi sono diventato grande" con quell'Intro al piano che ricorda vagamente i Coldplay di "The Scentist", e con il ritornello che ti entra in testa al primo istante, la bellissima poetica e struggente "L'amore che viene" con al piano le mani fatate del grande Sergio Cammariere, "L'identità" pezzo rock con un testo di protesta verso il consumismo dilaniante della società d'oggi che ci rende tutti uguali, l'intreccio amoroso con musicalità pop/rock "L'altro", la suadente ed accativante "Curve di campagna", il rock elettrizzante di "Vino rosso e candele", la poesia "Le stagioni delle assenze" interpretata magistralmente da Giammarco Tognazzi, il Rock del "Il mondo non è colpa mia" che diventa pop scanzonato ed ironico nel remix (inutile) dei Flaminio Maphia.

In definitiva un grande album ricco di spunti interessanti e di grandi canzoni, lungo (ben 14 pezzi) ma non noioso, come lunga lunghissima è stata l'attesa per i suoi Fan (8 anni), ricco di collaborazioni importanti (tranne i Flaminio Maphia), che rende onore ad uno dei più grandi artisti sottovautati del panorama italiano. Dispiace moltissimo che questo capolavoro abbia potuto illuminare i cuori di pochi... Se lo trovate ancora compratelo ad occhi chiusi!!!

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