Ferreri in tutti i film che ho visto mi ha comunicato sempre un senso di disagio, quasi di ribrezzo e fastidio: credo che è quello che vuole ottenere in noi spettatori, scardinandoci le nostre sicurezze e mostrandoci la noia, la fatuità e la volgarità che l'essere umano d'oggi può raggiungere.

Giovanni (Gerard Depardieu), giovane ingeniere con un figlio da allevare, conosce all'asilo Valeria (Ornella Muti), l'insegnante del figlio e scatta il colpo di fulmine. Lei lascia il fidanzato (Michel Piccoli) e vanno a vivere insieme.

L'euforia iniziale ed erotica della coppia svanisce ben presto lasciando un susseguirsi di liti, incontri, fughe, riappacificazioni, malintesi, ritorni di fiamma.. dove Ferreri ci mostra con tutta la sua sardonica risata il conflitto con un Maschio fallocentrico, che vale solo in base al suo sesso, rude, bambino, goffo e belluino che usa le donne come oggetto sessuale ("Che idea stronza, quella di non chiavare. Ce l'ho duro come un bastone, ah...! Per di più non ho neanche dormito. Vanno tutti a lavorare. E io qui, in ferie per forza".) e L'Ultima Donna impenetrabile sia mentalmente che sessualmente, che rivendica la sua autonomia, la sua esistenza, il suo piacere ("Quando ti occupi del mio piacere? Quando mi accarezzi? Solo quando lui ne ha bisogno. Poi quando lui è tranquillo diventi di cattivo umore, ti annoi, non parli più, vuoi andare altrove, fuggire, al mare, in un bar, dovunque").

Questi incontri-scontri proseguono tra lei che fa tira e molla tra Giovanni e il suo ex e fa da madre al piccolo e lui che cerca di dominarla e di esplicare il suo potere attraverso l'uso del suo sesso sia con lei che con l'amichetta del vicino di casa, ma di fronte alle sue defaillances e a Valeria che lo squalifica prima (dicendogli di non esser in grado di farle provare un vero orgasmo e che lui "senza quello non vale niente") e si sottrae al suo dominio, cosi che Giovanni ormai detronizzato dal suo trono di Maschio si evira col il coltello elettrico di cucina.

Il film colpisce per la sua ambientazione: i personaggi si muovono in uno dei nuovi quartieri della periferia di Parigi, dove tra condomini, supermercati e bar regna l'alienazione totale, il cemento opprime la vita umana, gli appartamenti sono piccole cellette tutte uguali le une alle altre e il prato dove Valeria porta il bambino a giocare comunica freddo, artificialità.

Il livello della fotografia del film sembra volutamente di basso livello quasi a mostrarci la realtà di tutti i giorni, le immagini sono quelle che potremmo fare anche con le nostre macchine fotografiche dando un aspetto freddo, iperrealista con un ambientazione spesso buia e opprimente che mette da un lato un Depardieu nudo per metà film con la panza in evidenza a sottolineare il suo machismo, che mangia, fa sesso, rutta, bestemmia e da i sonneferi al bambino per farlo dormire e la Muti invece con il suo corpo sensuale e misterioso che dice che il bambino ha bisogno di coccole.

La trama stessa prosegue avanti senza climax o colpi di scena ma si sofferma sui continui giri della coppia, su un equilibrio che non esite e una lotta sotterranea tra i due sessi che da un lato pervade di noia, opprime e come tutti film di Ferreri da un lato mi danno fastidio e dall'altro mi tengon incollati davanti.

Per il maschio di Ferreri non vi sono soluzioni altre che l'autocastrazione o il suo restare eterno bambino e uomo fallico.

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