Sordo profondo 

Gran concerto di Marco Parente il 18 dicembre al Traffic, il locale più piccolo del mondo (dopo il mio bagno), scavato direttamente nella roccia tufacea dai guerrieri sanniti, pare, senza motivo alcuno e in preda ad una sbronza colossale. Là dove ogni bottegaio che si rispetti conserverebbe (gelosamente) solo i suoi prosciutti e le caciotte di mucca podolica, gli amanti romani della musica possono ascoltare artisti anche importanti.

Del ritardo di quasi due ore sulla tabella di marcia sarebbe bello parlare, chiarirsi, scoprire se sono gli esercenti che impediscono ai musicisti di iniziare, per aspettare più persone o se sono i protagonisti che non hanno voglia di salire sul palco finché il pubblico non è stremato dal sonno, dall?alcool e dal freddo.

Il quartetto era carico, quasi arrabbiato; si vedeva che tutti avevano voglia di suonare. Il bassista è un virtuoso dello strumento e il batterista pure. Marco Parente è mancino, non ha cambiato l?accordatura alle chitarre, le ha solo girate come faceva il più funambolico Mosole. Solo che Parente non è un virtuoso. Il simpaticissimo Paolo Benvegnù ha lottato, per buona parte della serata, con le chitarre traditrici che ora perdevano una corda, ora si rompevano del tutto, vincendo per tigna e carattere e grazie alla ?strato? del gruppo di supporto.

Marco Parente: vorrei dire le cose migliori di questo grande artista che suscita in me grande ammirazione. Prima visionario e contorto, poi limpido e diretto come un bicchiere d?acqua o come una pugnalata. Bella voce, gran falsetto, punti di vista oltremodo personali espressi in musiche di tumultuoso impatto. Ma sto andando a memoria, ricordo le impressioni che mi hanno fatto i suoi dischi.

Purtroppo ieri sera non si è sentito un cavolo per via del volume da SORDO/PROFONDO tenuto con convinzione dall?addetto al suono. Certamente non era un ?tecnico?. Sto cercando definizioni alternative. Più che altro sembrava un cinico con venature sadiche. Le ultime 4 canzoni le ho ascoltate con le orecchie tappate e, devo dire, si sente molto meglio. Al prossimo concerto cui mi capiterà di assistere, porterò i tappi di cera che uso per dormire.

Ma non al Traffic.
Pessimo volume, baby.

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