....non lo so, Angelina,
dove vanno le persone quando cessano di esistere.
Ma so dove restano.
Non ti muovere lettore che hai buttato gli occhi su questa pagina, ti prego, non ti muovere.
Non ti racconterò la storia di Timoteo, primario di chirurgia in un ospedale romano. Non andrò a svelarti i mille pensieri che sono passati nella sua testa mentre un suo collega operava d'urgenza sua figlia Angela, vittima di un incidente stradale in motorino. Non ti racconterò il lungo monologo interiore che rivolge fittiziamente alla figlia, né psicanalizzerò la sua vita o il rapporto con la sua bellissima e perfetta moglie Elsa o le torbide attenzioni erotiche per la borgatara Italia, sciatta e squallida come mai dovrebbe essere un'amante (nomen omen?).
Non ti muovere è una lunga preghiera fatta di frasi concise, asciutte e nervose, un lungo flusso cerebrale di ricordi dove non c'è spazio per il sorriso, solo tristezza e depressione. Due vite in stand by separate dalle pareti di una sala operatoria, due cervelli aperti (uno da un chirurgo e l'altro dalla Margaret Mazzantini) a totale disposizione del lettore. Un saliscendi sulle montagne russe delle emozioni, fuori e dentro l'acqua, un tuffo nel passato di Timoteo e un breve respiro nel presente di Angela, un limbo dantesco di spasmodica attesa per una partenza verso la certezza della morte o verso l'incertezza della vita che potrà essere.
Un libro forse furbo, passionale e femminile dove l'uomo è debole ed egoista e la donna sottomessa e sfruttata. Un libro dove l'amore è vivisezionato, da una scrittrice chirurga, nelle sue mille forme ed espressioni in cui il lettore riesce facilmente a incasellare ogni sua esperienza passata.
Un libro dalla fortissima carica emotiva, una narrazione fatta più da schiaffi e pugni che da coccole e carezze. Io non mi sono mosso, l'ho letto tutto d'un fiato. La Mazzantini mi ha catturato forse perché sono un uomo debole ed egoista pure io.
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