Omicidio al Condominio Magnolia, già il nome si presenta bene: magnolia... simpatico. Giallo sui generis, c'è il morto, c'è l'indagine “doppia”, c'è chi uccide e c'è un finale... aperto.

Trama interessante scritta in maniera semplice, un libro non lungo che si legge in un pomeriggio d'inverno, con una tazza di cioccolata bollente e davanti al camino acceso, con in sottofondo lo sfrigolio del fuoco che consuma i ciocchi di legna. Mi piace moltissimo la costituzione dei capitoli corti, anch'io faccio così nei miei gialli. Penso che la maggior parte dei lettori al giorno d'oggi tenda a distrarsi in presenza di capitoli lunghi, un po' come arrivare in fondo senza fiato. Spezzare ti fa prendere una boccata d’aria e ti permette di tuffarti nella storia a pieni polmoni. Questa vicenda si sciorina molto bene, fila via liscia come l'olio. Se vogliamo manca una caratterizzazione approfondita dei personaggi principali, ma ci può stare. Quando si parte con una "prima" di quella che, nella nostra testa, potrebbe diventare una "serie" di avventure, si mira al bersaglio grosso con la prima pallottola e si tiene un colpo buono in canna per il dopo. Se proprio devo trovare un difetto... quello è la pletora dei personaggi, principali e comprimari; ci si perde un po'. Il mio consiglio è sfruttare, come veniva fatto tanto tempo fa, uno specchietto nelle prime pagine dove elencare chi viene nominato e il ruolo che occupa, in questo modo chi legge e non ricorda un nome può rinfrescarsi la memoria.

L'indagine si svolge più sottocopertura, alle spalle degli organi competenti, che alla luce del sole. E' un concetto che apprezzo, sulla falsa riga dell'investigatore privato; la polizia, troppo impegnata e con troppi conflitti interni, fatica a seguire i casi e se qualcuno tende una mano, ben venga. Buona l'alternanza tra i momenti indagatori e quelli di svago, buone le storie personali, buona la pericolosità della realtà contestuale dove si svolge l'azione delittuosa, ottima l'idea di un finale aperto, dove sì... si scopre come è andata, ma si lascia al lettore la scelta di scrivere il "come va a finire", insomma, ai posteri l'ardua sentenza!

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