Marianne Faithfull è una musa del rock.
Fa parte della storia che ci ha accompagnato fino ad oggi, è stata groupie ed ispiratrice degli Stones, è fuggita con loro in Francia ed è stata delicata vocalist jazzy sul finire dei seventies. Ma è a metà dei pazzi novanta che ha sfornato il suo capolavoro con la fondamentale produzione di Angelo Badalamenti (autore, tra l'altro, delle paranormali musiche per Twin Peaks): "A Secret Life".
Un album ambizioso (inizia con una citazione dalla prima cantica della Commedia di Dante e si conclude con alcuni versi di Shakespeare) e dal clima piuttosto plumbeo, alleviato dalle ariose orchestrazioni del compositore italiano. Dopo il prologo di dantesca memoria parte "Sleep" in cui la voce della nostra eroina duetta ad altissimi vertici di pathos con i synth, segue la meravigliosa "Love in the afternoon" tutta sorretta da un fantasmagorico basso pulsante e ricchissima di climax emotivi. I riferimenti principali di questo lavoro sembrano essere il dream-pop, in particolare certe profondità metafisiche care ai Dead Can Dance ma private della loro dimensione etnica, ed un po' di dilatazioni del suono tipo post-rock.
Nonostante l'abbondante uso di strumenti classici la maestria di Badalamenti evita sempre di far cadere il tutto nel prolisso. Anzi sono forse i due pezzi più rock, Bored by dreams e The Wedding, ad essere i meno convincenti. Vertice indiscusso di quest'opera è Flaming September, sinuosa cupa e sexy proprio come la voce della Faitfhull.
Trenta minuti e poco più per un disco che è un capolavoro di saggezza e sensualità, assolutamente da riscoprire.
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