Marianne Faithfull negli anni sessanta era la ragazza degli Stones, in quei giorni d'eccessi e di droghe rotolava da una "pietra" all'altra  e il rapporto più burrascoso l' ebbe proprio con il capoccia Jagger. Qualche tempo dopo la morte di Brian Jones, ingollò qualche centinaio di pasticche di tranquillanti e per sei giorni diede un'occhiata nell'aldilà, prima di rinvenire dal coma. Buffo per una ragazza che per cognome è "piena di fede" e che invece sente il bisogno di autodistruggersi.

 Il suo limbo dura per nove anni quando decide di rimettersi in gioco con un paio di buoni album tra i quali il giustamente celebrato"Broken English". Quando nel 1985 il mai troppo lodato produttore Hal Willner chiama un gruppo di grandi artisti per un disco tributo alla musica di Kurt Weill, rimane folgorato dalla versione di "Ballad of soldier wife " resa proprio da Marianne con il piglio di una cantante di cabaret tedesco alla Marlene Dietrich. Così decide di produrre un suo disco intriso di quest'atmosfera e nel 1987 è pronto lo straordinario "Strange Weather" che prende il titolo da una canzone scritta apposta da Tom Waits e consorte. La voce è proprio di quella di una Waits al femminile, ancora più scura che in passato, arrochita da una vita tormentata, in una sola parola: affascinante.

 Come del resto piene di fascino sono le canzoni scelte per il disco. Qualche vecchio classico degli anni trenta  rimasto a prender polvere sugli scaffali della memoria come "Boulevard of broken dreams" e "Penthouse serenade"; una bellissima versione intrisa di malinconia del brano "Yesterday" di Jerome Kern reso già indimenticabile da Billie Holiday; un intenso blues (Ain' goin down to the well no mo') cantato a cappella e proveniente dalle registrazioni di Alan Lomax del grande Leadbelly; un gospel (Sign of Judgement) reso scarno dal piano e dalla voce ubriaca di Marianne; la title track (lo stesso Waits la inciderà successivamente nel suo "Big Time") che è una ballata struggente e ricca di quelle atmosfere bohemienne tipiche delle produzioni di Willner; un vecchio blues come "Love, life and money" costruito nel 1957 per la giovane voce di Little Willie John e tuttora odorante di locali fumosi dove l'amore per la vita costa un quarto di dollaro; la bell'apertura liquida della chitarra per una ballad minore di Bob Dylan (I'll keep it with mine) che fu scelta anche da Nico per il suo primo disco solista; un inedito (Hello Stranger) di Doc Pomus e Dr. John su una sonorità soft jazz che evidenzia le capacità interpretative di Marianne ma forse  poco in sintonia con il resto del disco.

 Alla fine un'intensa versione di "As tears go by "di Jagger/Richards che già era apparsa sul primo album della Faithfull nel lontano 1965! E' proprio come qualcuno si strappasse un pezzo di cuore per appoggiarlo nel palmo della tua mano, rinchiudendoti le dita sul quel brandello di vita offerto con sincerità.

 Semmai la tristezza e la bellezza avessero un suono in comune sarebbe certamente quello di "Strange Weather".

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