Buona prova della purtroppo sottovalutata cant - autrice (più la seconda che la prima) tarantina. La bella Mariella Nava, forse da pochi conosciuta per quello che ha prodotto, raccoglie, anche dilettandosi in efficaci duetti, ciò che ha reso grandi gli altri ma che ha scritto lei.
In questo doppio album, parafrasando una nota rubrica della incomparabile "Settimana enigmistica", forse non tutti sanno che Mariella Nava, ha contribuito all'ascesa di Gianni Morandi con la significativa cuoredimadre "Questi figli", donatagli su un vecchio nastro e che accorgendosi del talento la ricambiò accendendole un utile riflettore sul palcoscenico ancora poco animato della sua vita artistica.
Ha contribuito fattivamente all'ennesima consacrazione del già blasonato Renato Zero, regalandogli "Spalle al muro", brano che ovviamente la critica ottusa fin troppo incline alle stramartoriate canzoni d'amore, preferì piazzare, nel Sanremo del 1991, dietro alla vincente pur convincente "Se stiamo insieme" di Cocciante.
Ha contribuito, scrivendo canzoni d'amore sentimentale e non, "diverse" dal clichè previsto dal fin troppo ripetitivo catalogo delle composizioni di matrice nazionale. Ha scritto brani per Syria, per Mietta, per Andrea Bocelli, Tosca e Amii Stewart, riproponendoli in maniera graffiante, sferzante, con una voce che sembra a volte strozzata quando raggiunge però il culmine della passione, quando l'amore per la musica e per la dialettica diventa sanguigno, mordace, sincero.
Ha contribuito addirittura a proiettare un cono di luce brillante sull'oscuro e chissà come pluripremiato pattume commerciale di Gigi D'Alessio, ammiccandogli "Verrà il tempo", canzone che possiede un timbro ben diverso e qualitativamente ben più eccelso delle tanto banali quanto orripilanti liriche del suo fido paroliere D'Agostino.
Un'artista eccelsa, umile, coraggiosa, socievole (avendo avuto la breve fortuna di conoscerla personalmente) a volte relegata o addirittura attaccata dalla censura (Dentro di me). Quando si ha il coraggio di cantare o trascrivere sottoforma di note, argomenti che non tutti riescono o vogliono esporre, anche a rischio di venire colpiti dagli strali al curaro, a volte amici, della censura, non si può fare altro che applaudire per l'ardua missione.
Nel secondo supporto appare un raffinato duetto con Dionne Warwick e altri brani che cantano prevalentemente gioie e dolori rivendicati dalle donne, effusioni di amore sentimentale e gentili dichiarazioni di affetto che però forse scivolano un pò nella consuetudine delle composizioni del genere. In rilievo l'interessante "Polvere di palco" e "Adesso canto", a cui, non saprei se in buona o mala fede, Laura Pausini ha furtivamente ricalcato qualche passaggio per il suo recente successo. A chi di dovere la facoltà di giudicare. Per quanto mi riguarda:"Brava Mariella, fai sentire a queste troppe orecchie sciagurate, chi sei e di che sei stata capace..."
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