Siamo a Columbine due ragazzi fanno irruzione in una scuola nella quale compieranno una strage per poi finire col togliersi la vita.
Per qualche strano motivo invece di chiedersi come mai due ragazzi avessero un arsenale da guerra in casa, si decise invece di puntare il dito verso bersagli facili come i videogiochi, i film, e la musica.
Già perchè con quest'ultima si è preso di mira Marilyn Manson (e anche i Rammstein) sollevando un polverone mediatico che finirà per travolgere anche Brian Warner, e se fino a qualche anno prima amava essere al centro degli scandali e ad essere lo spauracchio d'America, ora non ci sta più ad essere accusato di aver ispirato due ragazzi a commettere una strage.
La sua vera risposta arriverà un anno dopo con l'album “Holy Wood” concept album incentrato sul culto delle armi, sul capitalistico “American Dream” di essere qualcuno a tutti i costi, sui vari attentati ai presidenti Americani e sulla religione. Si ritrae quindi una visione amara e impietosa dell'America dello zio Sam dove la violenza è insita nel suo DNA e viene perpetrata attraverso ogni forma, come per esempio i media con il loro voyeurismo morboso nel mostrare fatti di cronaca più cruenti e far diventare celebrità gli autori.
Musicalmente è un mix dei due precedenti lavori, il tutto più cupo e dal sapore gotico in alcune parti. I singoli invece sono la parte più debole, “Disposable Teens” è una versione sciocca di “The Beautiful People” e “The Fight Song” è un malcelato plagio di “Song 2” dei Blur.
Però c'è un però, è un album invecchiato benissimo, è ancora attuale, anzi forse più attuale ora di quanto non lo fosse ai tempi, in questa decade di attentati terroristici, pandemie e guerre ( e ahimè di sparatorie nelle scuole, come l'ultima avvenuta in Texas).
All'epoca però quest'album non fu un grande successo, il personaggio di Manson cominciava ad essere sdoganato, il pubblico di MTV era più per il nuovo arrivato personaggio scomodo, ovvero Eminem, con il quale Manson fece anche un brano.
Album da riscoprire assolutamente.

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