Oggi, dopo qualche tempo, decido di recarmi al solito negozietto alla ricerca di qualche disco.
Voglia di malinconia dal gusto vintage. Con gli stessi soldi avrei potuto prendere un bel best of del vecchio Frank (magari con Drinkin' Again) ma mi capita sotto gli occhi questa cover che urla "Andy Warhol!" da ogni angolo.
Una (delle tante) raccolta di quattordici brani scritti da autori diversi (Newman, Robin, Roberts, per citarne qualcuno) interpretati dalla Monroe per le colonne sonore dei suoi famosissimi film.
Arrangiamenti jazz e testi su amori lontani, diamanti e nostalgia che sono ben saldi nella cultura pop dal dopoguerra ad oggi e che non hanno bisogno certo presentazioni.
L'etichetta tedesca Popcorn sfoggia il logo in copertina ed una breve presentazione nel booklet della bionda.
Adesso, non so voi, ma credo che nulla sia più triste di un falso sorriso.
Ne parlavano tutti, elogiavano la sua bellezza e ne ammiravano le sfaccettature. Ma non è tutto oro ciò che luccica, e basta guardare due o tre foto per accorgersi. Quanta insicurezza e quanta tristezza cercavano di nascondere gli occhi della "diva".
La dumb blonde dei lungometraggi hollywoodiani diventò stra-milionaria e le sue pose storiche fecero si che la ragazza diventasse oggetto delle masse. Si, oggetto.
Si era anche stancata, ma la fama ha un prezzo talmente alto che persino la sua morte fu avvolta da un fastidioso alone di finto mistero (si è ammazzata, smettiamola di cercare verità assurde nella dipartita delle rockstar e degli attori). Brian Jones è annegato strafatto in una piscina e Cobain si è sparato un colpo alla testa, e in ogni caso gli avvoltoi si sono cibati dei loro resti.
Sembra un cliché parlare oggi di Marilyn Monroe, ma credo comunque che qualche bel brano in questa compilation (I'm through with love la mia preferita) fa la sua figura.
Triste sentire che i gioielli sono i migliori amici di una donna o che ogni lady necessita un "paparino". Sono comunque canzoni scritte nella prima metà del secolo scorso, quando la mentalità della gente era molto diversa da quella odierna.
Credo, che l'esaltazione di un personaggio nell'immaginario collettivo, debba avvenire nelle giuste proporzioni e con le giuste dinamiche.
Mi piace pensare che queste canzoni la Marilyn si sia divertita a registrarle, magari le piaceva cantare, magari no.
Ci si aspettava sempre la solita storiella e la solita presentazione dalla Monroe, credo che chiunque ad un certo punto avrebbe staccato la spina ma nel suddetto caso tale era la portata del suo alter ego che non sarebbe stato possibile.
La chiamavano baby face e la truccavano da puttana.
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