"Così imparano a fare i cattivi" . Ecco come avrebbe dovuto chiamarsi "Reazione a catena" di Mario Bava. Una volta familiarizzato un po' col film, e sopratutto dopo aver visto il finale, capirete..
Questa pellicola del 1971 rappresenta uno dei film più riusciti del mastro artigiano Bava, seminale per numerosi filoni del cinema Horror americano e non solo.
Le linee progettuali soggiacenti al film sono sostanzialmente due, ma in realtà assolutamente interdipendenti fra loro. Appoggiarsi ad una sceneggiatura semplice e funzionale agli eventi per presentare una serie atipica e bizzara di omicidi. Legata a questa prerogativa (ma non solo...) , l'assoluta liberta artistica del regista, che torna a firmare dopo anni la fotografia dell'opera.
La storia, si diceva, è semplicissima. La contesa proprietaria di una baia scatena una serie di omicidi, non tutti necessariamente legati a questo scopo. Da qui, un po' di morale facilona, che però non viene sviluppata. Basta.
Non fosse che il film trasmette un' inquietudine manifesta, e un fatalismo , si potrebbe dire, misantropico, non privo di nota e valore.
Sulla sconcertante e folle "reazione a catena" sanguinaria, si erge impietosa ma lugubre la stessa baia, protagonista immaterale, nemmeno troppo inconsapevole degli eventi e della follia , potremmo dire capitalista, che la dovrebbe investire. In un certo qual modo, è come se essa stessa fosse governatrice e auspicante il fiume di sangue che si scatena a causa sua. Presenza naturale, apparentemente impotente, come solitamente la natura è.Tutto cio è restituito visivamente dal maestro, con numerose panoramiche sulla baia, tutte rigorosamente (come tutto il film d'altronde...) a luce naturale. Inquietanti e impietose rispetto gli eventi.
A intensificare il fim concorre anche la colonna sonora scritta da Stelvio Cipriani, di cui il tema della baia (un brano tribale con delle congas lugubri e torbide, giustamente orchestrarto e jazzato...), e il tema della morte, di sapore vagamente Pucciniano, sono di discereta fattura.
Parlare poi degli omicidi è sicuramente l'aspetto meno interessante (nonostante si possa ragionevolmente pensare il contrario...), ma vi basti sapere che sono tutti terribilmente crudi, reali e spietati, per niente patetici o grotteschi.
Da un artigiano del cinema, una pellicola importantissima per il cinema horror, e un film genuino e di qualità. Piccola perla.
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