Perchè?
Perchè non riesco a finire nemmeno una volta di ascoltare per intero questo ultimo album di Mario Biondi "If" (edizioni Tattica 2009), pure tutte le volte proponendomi di impegnarmi a farlo. Perchè?
Perchè mi dico sempre "la voce non sarebbe nemmeno male: calda, soul, profonda e colorata vagamente black" ma poi ascolto la musica e mi cascano le palle. Perchè?
Perchè appena sento questi riff vecchi come Noè e questi accordi banali e scontati come un ghiacciolo gusto menta a ferragosto, mi viene una sorta di depressione pensando a quella miriade di gruppi bravissimi e sconosciuti che non riescono a pubblicare una beata cippa?
Eppure l'ho sentito su Rai1 parlare di "ho voluto raggiungere una perfezione esecutiva perchè io non mi accontento". E io: "meeenkia, questo si che sa il fatto suo". Eppure degli amici mi hanno anche detto "aoh, ma l'hai sentito l'ultimo de Biondi? Spacca il culo ai passeri". E io: "meeenkia, allora stavolta qualcosa di buono ci sarà". Eppure è già stato "disco di platino" con 70 mila copie di prenotazioni, ancora prima di uscire (il 6 novembre). E io: "meenkia, allora sarà la volta buona!".
E invece: un emerita e beata cippa.
Il disco nun se regge e già al terzo brano viene voglia di desistere, premere eject dal lettore e rimettere tutto nel digipack.
Eppure è stato registrato tra Roma e Rio de Janeiro, masterizzato a New York, con il prezioso contributo degli archi registrati a Londra dalla Telefilmonic Orchestra London (la cui cosa mi ha fatto esclamare ancora "meenkia, ma allora sarà una cosa imperdibile"), e il barbuto Mario Biondi ha voluto con se, oltre ai più grandi nomi del panorama musicale nazionale e internazionale: da Herman Jackson (piano) a Michael Baker (batteria), da Jacqués Morelenbaum (violoncello) a Ricardo Silveira (chitarra), da Sonny Thompson (basso e chitarra) anche gli italianissimi Lorenzo Tucci (batteria), Fabrizio Bosso (tromba) a Giovanni Baglioni (chitarra) e molti altri ancora.
E allora io mi domando ancora: perchè?
Perchè dopo il buon esordio di “Handful of Soul” e del live “I Love You More” (che io ho ascoltato 1 volta e diligentemente riconsegnato al negoziante semi imballato), questo qui (che ha una voce indiscutibilmente calda e soul di tutto rispetto), non si è concentrato di più sulla scrittura dei pezzi e invece di fare lo sborone con musicisti esterofili, orchestre fighette, trasferte a New York e cazzate varie non si è concentrato di più sull'aspetto prettamente musicale che qui è tremendamente vecchio, fariginoso e "impostato", per non dire trito e ritrito. Insomma: perchè giocare a fare il "Barry White De Noantri". Perchè?
Potrei andare avanti con altri "perchè" ma risulterei stucchevole e palloso pure io. Quindi se volete, ascoltatevi il singolo qui. Ripeto, sulla voce nulla da eccepire ma per fare un album come si deve, a mio modesto avviso, una bella voce non basta. Ci vuole originalità, emozione e magia. Cose che, a differenti dosaggi, mancano in un album così.
E mi domando ancora: ma perchè? Qualcuno ha la risposta pronta da darmi?
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