Non possiedo questo album, datato 1976. Presumo non sia mai stato ristampato su cd né su altre piattaforme. Si può considerare come il primo album da cantautrice di Marisa Sannia e, vista l'epoca della sua pubblicazione, uno dei primi esempi di cantautorato al femminile in Italia.
Avendo scaricato l'album, non conosco i nomi dei musicisti o autori che hanno partecipato al progetto e che pure hanno dato prestigio alle canzoni con arrangiamenti al confine col prog (la lunga coda di "Anche se non so nuotare"), e parti chitarristiche in uno stile pizzicato e soffice.
I testi sono assai semplici, chiari e limpidi ma rivelano una poetica profonda (mio parere personale).
C'è il contrasto tra la proprietà e la libertà in "Il guardiano" in cui si ascolta il dialogo tra un uccellino e un guardiano di giardino che vuole anche lui saper volare, come il volatile che cerca di scacciare, ma si rende conto che la libertà è una prerogativa che non gli appartiene (non appartiene all'"uomo"?).
C'è la voglia di autonomia e di emancipazione (del resto sono gli anni del femminismo) in "Chi sei?".
Il rifiuto della pomposità e la ricerca della semplicità in "Ma quale regina", la constatazione di una fedeltà difficile, l'intiepidirsi di un rapporto nella metafora di "E' freddo il tuo caffè" che nella title-track si unisce alla ricerca di altro. Se "Masticavo chewing-gum", che tratta il rimpianto di una gioventù e di una freschezza perdute, fa un po' sorridere per la pronuncia letterale della parola nel titolo, la vetta dell'album è la sopraccitata "Anche se non so nuotare" : è una metafora del venire al mondo (l'album fu composto durante la gravidanza dall'artista), del mistero dell'attesa immaginata come una lunga lotta nel mare che termina con lo sbarco sulla terra ma si può interpretare anche come l'inadeguatezza di fronte alla realtà, che non cessa con l'infanzia e si prolunga per tutta la vita.
Le canzoni sono orecchiabili, hanno echi country e folk-rock e portano con grazia melodie non ostentate, semplici ma non banali. I testi, ripeto, non pretendono di essere filosofici ma sono di grande immediatezzasenza perdere in riflessività .
La carriera musicale di Marisa Sannia proseguirà con un'apparizione da dimenticare al festival di Sanremo 1984, soprattutto per il ritornello ad alto grado di melassa ripetuto infinite volte, e con, questi sì, memorabili album di folk sardo su poesie di autori in dialetto pubblicati negli anni '90, come i bellissimi "Sa oghe de sa entu e de su mare" e "Melagranada". Purtroppo la sua scomparsa l'anno scorso ha lasciato un grande vuoto e non si potrà facilmente colmare: cerchiamo almeno di non dimenticarla.
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