"Influences" è album del 1984, prodotto, scritto e suonato in quasi completa solitudine dal bassista leader dei Level 42 Mark King. Se qualcuno associando al suo nome avesse in mente "Lessons in love" e "Running in the family" ebbene, se ne dimentichi in fretta. "Influences" non ha niente a che vedere con il pop anni '80.

L'album si compone di appena 5 tracce. La prima si intitola "The essential", una suite della durata di 18 minuti. Un po' pretenziosa in realtà, dove al clima rock e funk, si alternano parti un po' celebrali, barocchi e quindi nella circostanza, cori dal vago sapore anni '70, campane, percussioni che rieccheggiano il rumore dei passaggi a livello dei treni e indistinte voci all'altoparlante che sembrano provenire da lontano. La parte più interessante del brano è decisamente quella centrale e finale, dove Mark  dopo un assolo di basso lento e intimistico, traccia insieme ad un'orchestra di fiati un funky di respiro, dall'atmosfera che sembra affondare le radici nella musica latina, una vera e propria salsa per intenderci. A termine di questo passaggio Mark King si lascia andare in uno slap velocissimo, uno di quelli che hanno contraddistinto la sua figura di musicista, con il basso che suona come fosse una mitragliatrice. Decisamente più fruibile la seconda parte del disco con i brani "Clocks go forward", slow ben congeniato con la batteria che suona in controtempo, "Pictures on the wall", allegro ma che non s'accomoda su strofe e ritornello scontati, "I feel free", cover della celebre canzone dei Cream e per concludere "There is a dog", probabilmente il momento più alto del disco. Il brano e' di chiara derivazione etnica sudamericana, tra samba brasiliana e ritmi caraibici. Il cantato è onomatopeico, il quale richiama appunto la lingua brasiliana. Estremamente belli gli assoli di tastiere, e il contrappunto delle percussioni, che stupisce siano stati anch'essi suonati da lui, a dimostrazione del fatto di quanto sia grande questo musicista, che non mi stancherò mai di ripetere, troppo sottovalutato. Insomma, il disco è la somma di tutte le influenze di Mark King, la musica che ha ascoltato ma che a causa del panorama musicale degli anni '80, non ha potuto mai liberamente permettersi di suonare. Il rammarico è che "Influences" sia stata soltanto una parentesi nella sua carriera e che non abbia mai avuto un seguito.  

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