Ali G: Mavvvvvafff****lova!!

Ecco un film talmente idiota e cretino che a confronto Mel Brooks sembra un fine oratore della Magna Grecia e il nostro Alvaro Vitali un colto professore stile Crepet.

In questo “Ali G Indahouse” (2002) del regista-fantoccio Mark Mylod (forse anche lui co-responsabile del disastro), si narra fondamentalmente la colossale presa per il culo dei ghetti delle band hiphop di Los Angeles e forse è l’unica parte davvero “salvabile” dell'intera operazione, per il resto è tutto un susseguirsi di sparatorie assurde, battutazze omofobe, vergognose puttanate sessuofobe sull’equazione millenaria donna=troia (e l’epico cavallo omerico giuro che non c’entra niente!!)… insomma su sta cialtronata si potrebbero aprire dibattiti e discussioni a non finire: Ali G è misogino? Ali G è la caricatura del rapper sfigato americano tipo Er Piotta nostrano? Cosa cazzo voleva dirci tra le righe Sacha Baron Cohen (il folle comico che impersonifica Ali G) facendo una stronzata di film come questo? Io, ad esempio, sarei in grado di fare qualcosa di peggio?

Succede di tutto (e tutto MALE) in questo groviglio di pellicola girata in fretta e furia: Ali G viene candidato e VOTATO dagli inglesi e, giunto in Parlamento, si fa promotore di campagne per la liberalizzazione della droga, si fa succhiare il cazzo dal suo cane, difende due donne indignato per come vengono trattati i diritti di due povere pompinare, insegna le peggiori parolacce e l’arte del drogarsi a una scolaresca delle elementari, sogna continuamente di trombarsi Naomi Campbell (qui in un vero cameo da Sega Super Major).
Sesso, sesso e ancora sesso, ma senza divertimento e intelligenza. E si sa, senza queste due cose, anche il tanto osannato sesso si riduce a due schizzetti di robetta appiccicosa e poco più.

Insomma, per farla breve (e se non si era capito) questo film è una CAGATA colossale. Ogni tanto ha qualche lieve spunto irriverente ma essendo costruito su una trama abbastanza abbozzata e francamente inutile (per non dire banale) il film è un collage di sketch mal riusciti, dove alla figura dell’Ali G purtroppo, nel doppiaggio, sono state cancellate le influenze onomatopeiche della lingua gangsta-rap-hiphop inventata dallo stesso Sacha Cohen che, vi assicuro, è il 50% della comicità del personaggio.
Vi invito pertanto a due righe di raccoglimento per l’ennesimo SCEMPIO da parte dei doppiatori italiani su un film che andava trattato diversamente:
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Dunque, tornando al film (scusate il parolone), restano quindi in piedi la parte visiva che fa ridere si ma rarissime volte e nemmeno in maniera convulsa. Diciamo che suscita dei mezzi ridacchiamenti a denti stretti, e pochissime volte per giunta.
Una stronzata quindi raffazzonata alla brutodio, che poteva essere studiata con più intelligenza e che finisce invece per essere un puttanaio di gag terribilmente deficienti (e fin qui ci starebbe anche) ma che da sole non bastano a risollevare le sorti di un qualcosa nato per calcare il successo di un personaggio (Ali G appunto) inventato per la televisione inglese dove però lì i ritmi sono brevi e incalzanti, le irriverenze e le gags vengono fatte su personaggi autentici (che si prestano involontari a certe improvvisazioni) e non ci sono sceneggiature arrugginite e irrisolte a reggere quasi un’ora e mezza di stronzate idiote e senza verve.

La comicità televisiva è un conto (vedi Corrado Guzzanti con l'altra mezza puttanata noiosissima di “Fascisti su Marte” che nun se po’ guardà per più di un quarto d’ora) fare un film è tutta un’altra altra roba.

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