ll titolo italiano è fuorviante, e potrebbe accostarsi a una commedia adolescenziale. Molto più efficacie in realtà è "The last word", ossia "L'ultima parola", certamente più calzante.

Visto che una delle protagoniste si occupa di necrologi per uno scalcinato giornale di provincia.

La non giovanissima Shirley Maclaine è in gran forma, in un ruolo costruito apposta per lei dallo sceneggiatore Stuart Ross Fink.

Che è conquistato dalla «combinazione di egocentrismo, vulnerabilità, humour ed empatia».

E naturalmente tenacia oltre una buona dose di coraggio.

Insomma non esattamente una donna prona alla vita, per cui è stata sempre pronta a dire la sua...e a scegliere.

Senza svelare niente della trama, il film è una piccola sorpresa: fa bene allo spirito, è gradevole, divertente, ricco di messaggi positivi.

Su tutto aleggia una certa leggerezza e una freschezza intrigante che sa di pulito.

E' un sostanziale inno alla vita, non quella patinata e finta che ci fagocita ogni giorno di più. Ma quella di chi sceglie e decide; di chi vive con un senso ogni istante.

Non facendo certo "i turisti" dell'esistenza, ma buttandosi e cercando di esserci.

Se possibile, appunto, fino all'ultima parola.

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