...e in queste stanze si urla / e un tonfo scuce la pelle / glaciale un brivido sale dal basso / scompaio / non ci son più / non ci sei più...

Il capolavoro assoluto dei Marlene Kuntz.
È solo il secondo disco, ma è il migliore in assoluto.

Non solo "Ape regina", ogni pezzo meriterebbe una recensione a sé. "Il Vile", pezzo sulla caducità della vita, "Retrattile", un po' la cronaca impietosa e disgustata dell'ingresso di tutti nel mondo dei "grandi" (parassitare per la nuova dignità / è un surrogato delle andate vanità / così disponi e sei esplicito col bèige / che non ti dona ma ti spara via dai guai), "3 di 3" (racconto di un disgustoso triangolo sessuale), "Cenere" (forse su un'esperienza sessuale infantile?), "L'agguato" (cronaca di un incidente stradale con esito fatale)... si potrebbe andare avanti per ore.

Il suono non è già semplice sferragliare rock, c'è quel qualcosa di diverso che, chi li conosce, sa che distingue solo i Marlene. Disco ineguagliabile e ineguagliato. La sola "Ape regina" vale il prezzo dell'acquisto, ma il disco è tutto pieno di perle: nessuna canzone esclusa.
"Il vile" ha un riff di chitarra ossessivo, pezzo semplice e ipnotico, "L'esangue Deborah" è il pezzo più dolce del disco al di là dell’ironia di cui il pezzo è pervaso; "Ti giro intorno" è un pezzo originalissimo, le suggestioni che evoca cambiano continuamente. Quando la ascolto, quasi alla conclusione del cd, sento che interpreta ciò che l'ascoltatore sente per il disco: bastano i prodigi che tu sei / contano i sapori che mi dai / io ti giro intorno e ingoio fremiti / io ti giro intorno senza limiti...

Ne "Il vile" la forma-canzone dei M.K. ha assunto per la prima volta la forma perfetta che tutti ormai conosciamo.
Un disco senza falle, granitico, in una parola: irrinunciabile.

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