L'attuale scena indie rock italiana mi sta iniziando a far venire la nausea. Band ruffiane e costruite a tavolino con atteggiamenti elitari, cantautori poveri di idee ma capaci di vendersi bene a ragazzine con reflex da 1000 euro, alternative quanto le mie mutande bucate o fanciulli che sfoggiano canottiera warholiana con bananone senza aver mai ascoltato un cd dei Velvet Underground.
Per fortuna ci sono i Marlene che non curanti delle leggi del mercato e dell'apparire fanno musica per loro stessi, per il piacere di farlo e basta. ''Nella tua luce'' è il loro nono album in studio partorito dopo una coraggiosa e valida esperienza a Sanremo. L'album è come un dipinto di Caravaggio, scuro ma intriso di una luce che aspetta solo di essere scatenata, partendo proprio dalle atmosfere incantatrici ed eteree della Title Track che apre le danze. ''Il genio'' e ''Senza rete'' sono pure scariche di adrenalina a dimostrazione di come i Marlene siano ancora capaci di vomitare rabbia in faccia all'ascoltatore, ''Catastrofe'' è ricca di malinconia marleniana e l'accusa di ignoranza nel non comprendere il nostro prossimo è ben diretta ed efficace. Godano non può non farci mancare la canzone erudita come ''Osja amore mio'' triste vicenda di amore e poesia o come la sua ennesima ricerca della sua Venere di turno, amata e desiderata in ''Seduzione''. ''Adele'' è di una dolcezza disarmante, pezzo dedicato al mondo femminile, trattato con un' empatia fuori dal comune, Cristiano Godano si dimostra sensibile alle tematiche tristemente attuali. ''Giacomo l'eremita'' è il pezzo meno riuscito dell'album che ricorda molto il tono scherzoso e l'irriverenza di Ivan Graziani, pezzo probabilmente nato dall'influenza della recente cover di ''Monnalisa''.
La conclusiva ''Solstizio'', gemma del disco (penalizzata da un pessimo videoclip) dove luce e ombra si confondono in una lotta continua, ci porta alla conclusione di questo più che riuscito album piacevole e curato nei minimi dettagli che difficilmente ascolterete solo un paio di volte.
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