Partiamo dalla copertina..

Un Godano dagli occhi chiusi (o coperti) da un'unta chioma, una mano al microfono, l'altra efebicamente rilassata... Michelangiolesca...

"La creazione di Adamo"

Non imbraccia nessuna chitarra (se ne intravede giusto la cinghia) perchè, alla fine, potrebbe non essere indispensabile.. Ma quel microfono... Quel veicolatore di immagini, parole che da qualche tempo è il vero protagonista del gruppo in de-questionem, non è lì per caso. Microfono che nn trasmette voce ma parole (notate la differenza..). E' la svolta.

Se ne sentiva un flebile sentore in "Senza peso", un deciso profumo in "Bianco sporco" e ora la virata poetico-letteraria è giunta al punto di non ritorno. E alla fine, a dirla tutta, è meglio così.
Mancheranno le sferragliata catartiche, le distorsioni soniche, ma come resistere all'ammaliante "Lieve" (preceduta dalla presentazione strumento per strumento "old style"), alla sopresa di "Ti giro intorno" o al sentire (finalmente !!) "La canzone che scrivo per te" senza il gracchiare Skinesco che ne spezzava il pathos..

Ma adesso questa recensione non mi sta piacendo più.. Torniamo alla copertina.. S'intravede una vena nervosa nel braccio ormai non più rilassato di cui prima.. E' chiaro, corrisponde all'unico momento davvero teso, nervoso, noise ("L'inganno") che con i suoi 11 minuti conferma l'influenza Mooriana di Godano. Spettacolare in questo senso il basso di Maroccolo che nel frastuono cacafonico più totale trova sempre note nuove, come se stesse suonando da solo..

Niente ragazzi, non riesco a trovare il feel giusto per scrivere questa rece... Peccato però perchè ero partito bene...

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