Sull’olocausto, sui lager nazisti, sul Terzo Reich, su quel grave malato di mente che fu il führer e sugli altrettanti malati di mente o vigliacchi che aderirono alle sue idee sono stati scritti migliaia di libri tra cui ricostruzioni storiche, saggi e romanzi, da parte mia non ho letto molto su tutto ciò però qualcosa sì e non solo letto ma anche visto documentari, film, articoli di giornale, o discussioni televisive nel corso dei miei sessantatre anni, ed ogni volta che l’argomento mi sfiora sto male pensando a quanto si sia verificato (questo fin da bambino, sebbene allora non conoscessi realmete la portata e la totalità dei fatti, così come non la conosco del tutto neppure ora a dir la verità, ma solo qualcosa…) in quel frangente e che sfociò poi nella seconda guerra mondiale.

Sarò breve, ho iniziato questo libro (che avevo scaricato tempo fa nel mio kindle) senza sapere di preciso cosa conteneva, soprattutto perché mi piace molto come scrive Martin Louis Amis di cui avevo letto una manciata di libri diversi anni addietro, e questo del 2014 è l’ultimo suo tradotto in italiano, poi ne è uscito un altro nel 2020 intitolato “Inside Story” un romanzo autobiografico (ma non credo sia già in commercio la versione italiana), tornando a bomba, quando lo iniziai pareva una storia intrigante accadente tra un ufficiale e la moglie del suo commandante, scritta con lo stile abituale ed unicissimo di Amis, tanto per inquadrare meglio la cosa andai a cercare qualche notizia in più su internet, e di lì in poi mi accorsi del vero contenuto oltre che della romanzata semi love story, la zona d’interesse di cui si narra nel libro altro non è che un lager vero e proprio dove gli internati subiscono l’impensabile, sia da parte dei nazisti che da parte degli stessi internati obbligati a compiti disumani e disumanizzanti, il tutto è raccontato in prima persona da tre voci, l’ufficiale Angelus Thomsen di cui sopra, il commandante del lager Paul Doll (marito di Hannah Doll di cui s’innamora l’ufficiale) e Szmul Zacharias il Sonderkommando, un ebreo addetto alla supervisione degli altri internati donne, bambini, anziani compresi di cui deve occuparsi dal loro arrivo alla loro sorte nel bene (poco) e nel male (infinito).

La trama non sto nemmeno ad accennarla che tanto la si trova dove si vuole (basta cercare), dirò solo che prima di scrivere queso libro Amis si è documentato non poco e per diversi anni, dentro si trova di tutto anche cose di Primo Levi tanto per fare un nome, a me nei pochi giorni che l’ho letto mi ha tirato come al solito un brutto pugno sullo stomaco su quanto si narra, tanto che mi accompagnò anche nei pensieri prima di prendere sonno o nell’arco della giornata mentre non lo leggevo e niente.

N.B. tra i generi (in cui figura questo libro e che il DeBasio non contempla) vedo: Romanzo, Romanzo rosa, Fiction storica, Narrativa psicologica.

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