"Io non voglio essere un prodotto del mio ambiente, voglio che l'ambiente sia un mio prodotto".

"Nessuno ti regala niente: te lo devi prendere".

"The departed" è uno splendido thriller-mafia-movie che ha portato nel 2007 al regista Martin Scorsese l'agognato trofeo tanto atteso: l'oscar come miglior film.

Al centro della pellicola, ambientata in una Boston luminosa e contemporanea dove tutto gira in apparenza per il verso giusto, il potere oscuro, la saggezza deforme della mafia sotto la persona di Jack Nicholson/Costello. Angoscia scoprire che la struttura malavitosa è tanto efficiente quanto quella del sistema, con la sua gerarchia, le sue regole e la sua "accademia" che coltiva la simpatia del piccolo Damon/Sullivan fino a crearsi la pedina scudo da infiltrare dove serve. Esattamente come la polizia, che produce uomini talpa stravolgendone l'esistenza, per avere una sorta di occhio infiltrato, che alla fine si rivelerà assurdamente inutile. Sistema mafia più efficiente del sistema polizia. La malavita, il malaffare regnano indisturbati, la polizia cerca i pesci grossi, prepara infinite istruttorie, e nel frattempo i pesci piccoli agiscono liberamente senza troppo disturbo.

DiCaprio/Costigan è cresciuto confinato tra due realtà genitoriali opposte (madre ambiente bene, padre poco di buono) che l'hanno costretto a trasformarsi in individuo dalla doppia personalità. La polizia di stato rappresenterebbe un punto di partenza nuovo, ma sfortunatamente è perseguitato dal passato da malvivente di alcuni suoi parenti "So benissimo chi sei, conosco la tua famiglia" (il suo cognome è come una croce nella città di Boston) e un atteggiamento aggressivo presumibilmente di facciata. Il capitano della polizia di stato locale gli propone come unica possibilità, per essere al servizio dello stato, di continuare a fare il doppio gioco "Hai già fatto finta di essere un Costigan", per incastrare un boss mafioso (Nicholson) infiltrandosi nelle sue attività. Costigan si trova a non sapere più chi è ed alla fine della sua personale vicenda, diversi mesi, desidererà solo che gli venga ridata la sua vita.

Damon/Sullivan è stato cresciuto dalle attenzioni del boss Costello ed è suo fedele alleato che superata brillantemente l'accademia si avvia ad una brillante carriera nelle fila della polizia di stato ed è un perfetto infiltrato, insospettabile grazie alla sua impeccabile provenienza. Ha una netta esigenza di stabilità e si conforta con un appartamento gigantesco che dovrà contenere il suo ego e la sua "preda" femmina con cui costruire un futuro. I due protagonisti saranno per tutto il film l'uno alla caccia dell'altro, sotto le pressioni dei relativi "vertici".

Dietro le apparenze e i doppi giochi si maschera l'accusa al sistema marcio ed impreparato. Un sistema fatto di finzioni e falle paradossali. Il boss arriva a sbeffeggiare capitano e sergente a quattrocchi senza che i due possano arrestarlo e mentre DiCaprio è al limite delle proprie capacità psicologiche, vive nella paura di essere scoperto, grida allo scandalo chiedendosi come non sia possibile catturare Costello su cui piovono migliaia di prove fresche e vecchie imputazioni. Ma c'è una tensione continua, che percorre i due personaggi, sospesi tra l'inganno e la propria vita privata che zoppica. I nodi vengono al pettine in un assurdo intreccio deragliante ed isterico che coinvolge tutti, dal primo all'ultimo, e chi deve pagare, pagherà. Ognuno dovrà fare i conti con il mondo posticcio, i doppiogiochismi e le situazioni sospese, per poi valutare la realtà con le sue brutali conseguenze. Tutte le certezze crolleranno in un paradossale clima di indecifrabilità.

Film violentissimo, percorso da una tensione crescente, si perde il conto dei funerali, con finale agghiacciante e soffocante. La morte finisce per annientare qualsiasi cosa. Piazza pulita completa. Non rimarrà più nulla. Solo il senso di una faida assurda fatta di vendette e ritorsioni infinite. Un lacerante senso di vuoto, un demotivante abbandono e una infinita solitudine che accompagna al capolinea.

Strabiliante Jack Nicholson, buon Di Caprio, mediocre Damon, decoroso Martin Sheen, robusto Baldwin. Stupefacente Mark Wahlberg, incastonato nel ruolo di aggressivo sergente stronzone che sa risolvere le questioni a modo suo.

Un film per stomaci forti, un ennesimo sguardo al filone mafioso, ma con l'intensità, la durezza e l'amarezza di un Martin Scorsese che ha toccato livelli altissimi.

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