Siamo nel 1980, Scorsese ha già due capolavori alle spalle ("Mean Street", "Taxi Driver") e prova l'ambizioso progetto di ricalcare in un film la storia di Jake LaMotta, indiscusso campione della boxe che vinse il titolo nel 1949 e lo perse nel 1951 contro Sugar Ray Robinson.
La parte di Jake LaMotta viene affidata ( tanto per cambiare in un film di Scorsese) a Robert DeNiro il quale è dovuto ingrassare quasi 30 chili per rappresentare il LaMotta "in declino", oltre a lui troviamo Cathy Moriarty e Joe Pesci che in futuro con Scorsese sarà presente in altri due capolavori("Goodfellas", "Casino").
Il film racconta due storie: il LaMotta sul ring (quindi la sua rivalità con Sugar Ray e la sua incredibile capacità di "incassatore") e il LaMotta fuori dal ring un uomo iracondo, geloso della moglie e con un difficile rapporto col fratello-manager (Joe Pesci).
Sicuramente si può discutere sul realismo dei combattimenti (chi ha guardato un incontro di boxe nella sua vita sa che non è proprio la stessa cosa del film) ma questo è un problema di quasi tutti i film sulla boxe, da tutti gli altri punti di vista il film è impeccabile, lo spettatore si schiera con Jake e non ne capisce bene il motivo dato il suo carattere insopportabile. DeNiro ovviamente è strepitoso ed infatti vincerà l'Oscar come miglior attore protagonista (premiato anche il montaggio di Thelma Schoonmaker) ma l'altro grande protagonista del film è sicuramente il bianco e nero che, invece di rappresentare un limite, rende questo film ancora più grande di quanto lo sarebbe stato a colori.
Un finale bellissimo conclude il più bel film sulla boxe di sempre e uno dei migliori "drammatici" in assoluto.
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