Difficile è adibire al compito di emergere nel vastissimo panorama metal odierno, specialmente nell'ambito del cosiddetto metal tecnico. Alcune band, vi riescono al primo disco, ovviamente con scarse possibilità di riproporsi a quei livelli, e altre, hanno bisogno di perseverare arrivando comunque a produrre lavori di elevata caratura artistica.

Il secondo caso, rispecchia a pieno il percorso dei Martyr, combo canadese attivo circa da due lustri, e, giunto a testa alta sino ad oggi con tre uscite all'attivo e un live-album datato 2001. "Feeding the Abscess": La nuova frontiera sonora? Una ulteriore evoluzione del Techno-death? Mongrain come nuovo principe del death tecnico? Con spudorata tracotanza allora, mi accingerò a rispondere a questi interrogativi.

Il disco in esame, è per l'esattezza, la terza prova in studio dei canadesi (la cosiddetta prova di maturità?) targata 2006. Le idee che si lasciavano intravedere nel precedente platter "Warp-zone", sono state perfettamente sviluppate e portate a compimento, per originare una miscela sonora spropositatamente personale, derivante, a mio avviso, dalle varie influenze inglobate a se durante i sei anni trascorsi. Suoni "liquidi" ed esplosioni ritmiche di scuola Meshuggah e Spiral Architect, incontrano il maturo e particolare solismo di Mongrain, a mio avviso oggigiorno, uno dei migliori acrobati della sei corde. Un basso sempre presente, dal suono caldo e corposo, quasi a richiamare Cynic e la Fusion in genere, completano il tutto consacrando i Martyr (insieme a Coprofago, Jarzombek, e qualche altra entità non identificata) come migliori compositori contemporanei.

Avranno alimentato l'ascesso? Affermativo!

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