Come "What's Goin' On" sta all'impegno politico e sociale, alle tematiche religiose e ambientali, così "Let's Get It On" sta all'amore, al sesso persino. Questo brusco passaggio, questo cambio di rotta si comprende se si considera che fra il 1971 di "What's Goin' On" e il 1973 di "Let's Get It On" ne erano successe di cose. Principalmente due ci interessano: la musica funk si era definitivamente affermata e anzi viveva in quel periodo il suo momento migliore. E allora il soul etereo e psichedelico del riconosciuto capolavoro di Marvin Gaye evolve in un sound più marcato e aggressivo. Inoltre nel 1973 Marvin si innamora di Janis Hunter e lascia perciò la prima moglie Anna Gordy. Ecco allora che Marvin sente il bisogno di abbandonare l'impegno civile e parlare di quello che in quel momento è la sua vita: l'amore. E' un passaggio questo che è emblematico anche della differenza di tematiche fra gli anni '60 e i '70, perchè "What's Goin' On", pur essendo del '71, è un disco pienamente anni '60, per i testi e in parte per il suono, mentre il suo successore "Let's Get It On" è un classico disco funk/soul anni '70.

Se prima ho affermato che il sound è diventato più aggressivo, non intendo certo dire che Gaye s'è messo a suonare il P-Funk dei Parliament-Funkadelic. Le sue sonorità sono ancora soul (e lo saranno fino all'ultimo disco), ma acquistano dei ritmi e delle situazioni che qualcuno tempo dopo ha definito "sweet funk".  La nuova dimensione di Marvin Gaye si esplica in un passaggio della title-track: "Givin' yourself to me, can never be wrong, if the love is true", Così è l'album, semplice, chiaro ma non volgare, sempre appassionato e mai violento. E, ascoltando questa frase e tutto il disco in generale, non può che nascere un sorriso sul volto, perchè si entra nella vibrazione, nel groove, in un nuovo mondo.  "Let's Get It On" non si evidenzia ovviamente solo per la title-track, ma tutte le canzoni sono di grande spessore, e vanno citate sicuramente "Please Stay (Once You Go Away)" e "You Sure Love To Ball", o anche "Keep Gettin' It On", sorta di reprise della title-track, o la dolce "Distant Lover". Ma soprattutto c'è da citare la conclusiva "Just To Keep You Satisfied". Per fare un paragone forse un po' azzardato, "Desolation Row" è l'ultimo guizzo acustico di Bob Dylan posto a chiudere l'elettrico "Highway 61 Revisited" come "Just To Keep You Satisfied" è l'ultimo richiamo a quel suono più mellifluo e fluido che caratterizzava "What's Goin' On" ed è posto sul finire di un disco, come già detto, dalle sonorità più aggressive. A differenziare l'ultima traccia dalle sette precedenti è anche la dedica: tutto il disco è scritto e pensato per il nuovo amore Janis Hunter, mentre l'ultimo brano è dedicato al passato, ad Anna Gordy, un addio in musica, un sentimentale saluto per dire, con serenità "It's too late for you and I, much too late for you to cry...". Parole semplicissime per racchiudere una sensazione quasi impalpabile: il cambiamento in corso. Fanno accapponare la pelle quelle parole, percepite poi dopo più di mezz'ora ad alto contenuto di ammiccamenti e sorrisetti maliziosi. L'intero "Let's Get It On" dipinge il cambiamento, è l'emblema del cambiamento, nella vita di Marvin Gaye, nella musica afroamericana, nella sua musica. Ed è un capolavoro.

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