Marvin Pentz Gay Jr. viene congedato ed entra in contatto con la nascente Motown.

Il suo debutto è il secondo disco ufficialmente rilasciato dalla storica label. Spero lo abbiano ringraziato.

Registra le sue prime tracce e conquista il pubblico col carisma che lo contraddistingue, rivelando un carattere musicale espressivo che lo vedrà maggiormente protagonista delle scene negli episodi discografici successivi.

L'etichetta preme all'inizio sul direzionare il giovane verso generi più consoni alle classifiche dell'epoca, come l'R&B tanto osannato dai teens americani. Lui, che ama gli standard del Jazz, gioca la carta del compromesso: la fusione delle due "scuole di pensiero" all'interno di 11 brani/cover che valorizzano il timbro e l'attitudine decisamente calma e controllata del crooner.

Da My Funny Valentine a Let Your Conscience Be Your Guide, molti i classici rivisitati con decenza ed umiltà.

Apice, secondo me, il finale You Don't Know What Love Is. Immortalità e dolore per sempre impressi su chi l'ascolta per la prima volta. Tatuaggio Sonoro.

Prima della denunce sociali e della liberazione sessuale, ecco un Marvin acerbo ma epico.

...'till you've learned the meaning of the blues.


  • SandroGiacobbe
    13 ott 16
    Recensione: Opera:
    Bellissimo. Dall'inizio alla fine. Marvin Gaye forza della natura, solo la voce di Otis Redding mi piace di più nel campo.
    • IlConte
      13 ott 16
      Be' che fai nobile chiami poi sparisci?!
    • SandroGiacobbe
      13 ott 16
      Ti ho contattato in privato un ora intera e manco risponde vi!!
  • IlConte
    13 ott 16
    Recensione: Opera:
    Grande ragazzo hai le novità e rispolveri il meglio!
    Di Marvin che dire?! E' tra i grandissimi !
  • Pinhead
    13 ott 16
    Recensione: Opera:
    Acerbo, perfetto: farà molto di meglio, Marvin Gaye, ma i primi passi non furono per niente male.
  • lector
    13 ott 16
    Recensione: Opera:
    Quella voce ultraterrena, che qui può essere solo intuita, era - anche allora - già incrinata (come quello sguardo) dal peso della follia religiosa di suo padre. L'ascolto di questo disco non lascia ancora presagire (a meno che non lo si ascolti col senno di poi) tutto quello che verrà: successo e caduta, grandezza e disperazione, fallimenti (non solo economici) e rinascite e quella morte così dolorosamente assurda. Ma, sebbene ancora acerbo, questo è sempre un disco di Marvin Gaye e, quindi, è qualcosa di prezioso.
  • TheNemesis
    14 ott 16
    Recensione: Opera:
    Grande Marvin. Bella rece. Breve ma sottolinea i giusti punti. "Tatuaggio Sonoro" è davvero particolare come immagine!
  • RIBALDO
    14 ott 16
    Recensione: Opera:
    basta co sti 5 a cazzo dai
    rece che non dice quasi nulla, un RINALDI svogliato...
    • SandroGiacobbe
      14 ott 16
      in genere tendo a premiare anche la scelta più che la recensione in se e per se, ed ha tirato fuori l'esordio di marvin che porco cane ricordavo appena di averlo ascoltato tempo fa e mi ha fatto anche venire voglia di riascoltarlo, quindi 5 e ciao
    • RIBALDO
      14 ott 16
      sì lo so ma è na cazzata. mica lo fai solo te che premi la scelta... ma devi valutare la recensione non l'oggetto verso cui è rivolta...
    • SandroGiacobbe
      14 ott 16
      in teoria è come dici tu in pratica sta gran ceppona di minchia senza offesa
    • RIBALDO
      14 ott 16
      figurate chi te sente...
    • RinaldiACHTUNG
      14 ott 16
      Non ritenevo ci fosse molto altro da dire su questo disco (che anzi è poco o nulla in confronto ad episodi ben più famosi) tuttavia accetto e la prossima volta sarò più esaustivo

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