Mary Margaret O'Hara: sarà forse presuntuoso da parte mia, ma sono praticamente certo che questo nome sia del tutto sconosciuto su questi lidi, e dopotutto "Miss America" del 1988 è l'unico vero LP inciso da questa cantautrice canadese. Spessore compositivo, una voce strepitosa e grande carisma interpretativo; Mary Margaret non aveva assolutamente nulla da invidiare a molte sue colleghe affermatesi negli anni '90 come stelle di una nuova ondata cantautorale al femminile, una su tutte la sua connazionale kd Lang, che esordisce come solista sempre nell'88 con un disco assai più acerbo e trascurabile di questo. Eppure la pur brava e vocalmente dotatissima kd, grazie ad un'immagine molto forte e autori di alto livello è stata in grado di costruirsi una carriera solida e duratura; Mary Margaret O'Hara, che invece è una cantautrice e musicista a tutti gli effetti, invece si è fermata al primo disco, perdendosi poi in un limbo di EP natalizi, collaborazioni dietro le quinte con nomi più o meno famosi e attività live di portata locale. Veramente un peccato, perchè con "Miss America" si erano create fin da subito le premesse per un percorso artistico di alto livello, che con ogni probabilità non è decollato anche per "colpa" di un'immagine sobria e dimessa, assai lontana dai clichès della rocker patinata.
Mary Margaret O'Hara esordisce già matura, proponendo un rock cantautorale di grande spessore, sincero, intimo ed emotivo, con connotazioni prevalentemente blues; siamo ancora negli anni '80 ma "Miss America" è già un passo avanti, perfettamente in linea con il sound più sobrio che si affermerà nei primi anni del decennio successivo. Nessuna traccia di synths ed elettronica, chitarre elettriche e acustiche che si alternano equamente accompagnate da linee di basso sempre incisive e caratterizzanti e una personalità molto forte, lontanissima da certo insipido rock radiofonico tanto in voga oltreoceano. Una voce particolare ed inconfondibile, dal retrogusto amaro e intenso, e il coraggio di iniziare con un pezzo come "To Cry About": fraseggi languidi, frasi scandite, recitate con classe e sensualità, e il tempo sembra quasi fermarsi, ci si stacca dal resto del mondo e si scivola in un lento vortice di pensieri ed emozioni. Un incipit perfetto, di grandissimo carisma ed atmosfera, quasi spiazzante per un album "rock", ed è solo l'inizio di un disco che, soprattutto nella prima metà, si presenta come uno splendido susseguirsi di canzoni altrettanto intense e perfette. Penso soprattutto a "Dear Darling", incantevole serenata country, il sottofondo musicale perfetto per stringersi alla persona amata ed improvvisare un lento walzer, oppure la solare e trascinante "Body's In Trouble", ritmi rilassati ma scanditi, reminescenze reggae ed un cantato naturale, carismatico, quasi discorsivo, originale e perfetto, mentre l'inquieta e riverberata "Year In Song", basso ipnotico e voce graffiante, anticipa con un tutt'altra classe gli stilemi di certo rock novantiano.
Il basso è a conti fatti lo strumento principe di "Miss America", è il suo ritmo a creare le fondamenta di canzoni languide e sinuose, dall'atmosfera blueasy e soffusa come "When You Know Why You're Happy" o più incalzanti come "My Friends Have", accompagnato in questo caso da evocativi fraseggi di chitarra, e anche la sospirata e rarefatta ballad semiacustica "Help Me Lift You Up". La dolcissima "You Will Be Loved Again", languida e lievemente melodrammatica, nell'accezione più positiva del termine, chiude alla perfezione il discorso iniziato da "To Cry About", non più amarezza e sospiri ma speranza e serenità. Può anche darsi che con "Miss America" Mary Margaret O'Hara abbia dato tutto quello che aveva da dare, o che abbia scelto spontaneamente una vita più appartata, senza le pressioni spesso soffocanti della carriera e del palcoscenico; è un'interrogativo che si presta a molte possibili interpretazioni, e in un certo senso aumenta ulteriormente il fascino di questo album, il fascino della rarità, del pezzo unico. Indipendentemente da questo, rimane un gran disco, e una voce che parla al cuore.
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