E' rinfrancante constatare la eloquente vivacità con la quale talune sparute e non particolarmente note entità residenti nel sound-sottobosco tricolorcromato, perseverino, nonostante tutto, nella propria propositiva e autoctona azione musico-diffusionale, ponendo in essere lavori di siffatta apprezzabile e gradevole sostanza.

Masoko, nostrano quartetto (now quintetto) sonoramente attivo da circa un lustro e con base logistico-operativa nell'area capitolina, recentemente è stato aviluppato dalle benevoli e materne (sponsorizzanti) grinfie della attivissima e musicalmente avveduta Snowdonia, estrapolando (dopo produttiva rodaggistica attività gavettuense composita da lavori self-prodotti su breve e brevissima distanza) dal magomarcelesco musiqo-cilindro, a mò di conigliesca prestidigitazione, l'attuale complessivamente godibile e artigianale musiqo-manufatto, giungendo alla rappresentazione del proprio compiuto operato su lunga/corposa distanza attraverso undici moderatamente poco allineate, talvolta recalcitranti, spesso riuscite e comunque mai banali, pseudo-wave/rockistiche tracc(i)e.

Pur non generando sostanzialmente alcunché di nuovo e/o particolarmente eclatante in senso meramente esecutivo (par d'origliare una sorta di trait-d'union tra i Londinesi Grand National e l'ultimissima filiazione Bugattesca), il Bubu-numerato trabajo, pur presentando alcune sommarie ma in fondo sorvolabili ingenuità, si fa solidamente apprezzare per la sinceramente trascinante carica energetica propugnata e per il moderatamente personale sound-canovaccio d'insieme posto all'attenzione di noi miserrimi, curiosi, musiqo-scandagliatori: un graffiante, vitale, volitivo e divertente alternative-(hard)pop costituito intorno ad un corposo quanto presentissimo basso sostenente un atletico, variegato chitarrismo il quale a sua volta puntella e suono-guida le spesso trascinanti -anche a livello prettamente lirico: parte della positività della proposta è da ascriversi al tagliente, goliardico e brillante approccio testuale "sono molto più cool di te / non chiedermi perché" ("Cool") - linee vocali dell'apprezzabile e microfonicamente convincente Messere De Leonardis.

L'autentico potenziale pseudo-subterranean tramortente hit "Alfonso", apre nella migliore delle musico-maniere questa poco più che oltrepassata mezzora di sana miscellanea suono-transgenerazionale (le colorite e spesso zuccherose tastierucole rimandano a certa sbarazzina fervida wave di mid eighties) ove si pongono in bella evidenza la sincopata e pseudo-danzereccia "Disconite" o la sgommante "Ferrari", rappresentando un progetto genuinamente coinvolgente, se non proprio nella sua interezza, riuscito e trascinante.

Three and a half tendente (a tratti solidamente) a quatre.

Astro-dimenticavo: "..sono tutti nati sotto il segno del Capricorno."

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