Ci sono certi dischi che vanno consigliati. Che vuoi per un motivo, vuoi per un altro, non hanno goduto di tanta fortuna. "Apnea è uno di questi".

Massimo Giangrande è un raffinato cantautore romano, già produttore di Lara Martelli ed elegante chitarra nei live di Roberto Angelini, segna il suo esordio discografico con un disco di una levatura elevata, rara a trovarsi nelle ultime produzioni italiane e non.

Undici tracce che, pur avendo una loro solida autonomia, riescono a creare una sensazione rarefatta, lieve e malinconica solo se ascoltate con cura, una dopo l'altra. L'interezza dell'album, mai come questa volta, risulta fondamentale per esaltarne meglio la bellezza.

Tardo autunno: è mattino presto. C'è molta nebbia che ti fa da compagna. In strada tante foglie si accartocciano sotto il rumore dei tuoi passi, volgi su lo sguardo e trovi un'insegna vuota. Ti volti indietro, sorridi, e riprendi malinconico il tuo cammino.
Tutto questo è "Apnea". Un percorso solitario. Uno di quei dischi che necessitano ascoltatori attenti e solinghi, di quelli che oggi forse avremmo tanto bisogno.

"Il pensiero è un oceano oltre gli argini" è questa un po' la frase-manifesto del disco: in essa si riscontra il forte eco della natura nei testi, l'amore per il rarefatto, la volontà quasi esasperata di non toccare nulla che abbia a che fare con il concreto, di lasciare invece all'aria ogni minimo messaggio.

Le delicate chitarre acustiche colorano i brani di un giallo tenue, che tanto sa dei primi raggi di sole; il violino di Rodrigo d'Erasmo impreziosisce brani come "Nuvole" o "Il perché delle cose" (il primo molto drakeiano nelle musiche, dovuto soprattutto al tocco di d'Erasmo); la chitarra di Angelini in "Fiore Rosso" ci riporta direttamente ad una grande passione di quest'ultimo: i Radiohead.

Alla realizzazione dei testi collabora anche un altro cantautore romano, nonché grande amico di Giangrande, Pino Marino, che è prezioso co-autore di "La teoria del volo" e "Come il cuore leggiero".

Cerchiamo la nostra Apnea dal mondo, portiamo con noi questo piccolo gioiello e lasciamo cadere ogni oggetto o cosa concreta. Non sarà poi così tanto facile tornare nella realtà.

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