Sicuramente preparatissimo (basta vedere il suo curriculum, con un percorso musicale studiando fisarmonica con il maestro Romeo Brandani, poi un corso di Violoncello oltre a Pianoforte complementare, e ancora il lavoro con maestri di fama internazionale come Andrè Navarra e Goffredo Petrassi), nonché eclettico (ha collaborato con vari autori tra i quali Ernesto Mancuso, Raffaele De Vito e Stefano Gazzi, spaziando su vari generi musicali tra i quali : musica folk, canti panteschi, blues, swing, musica leggera), Massimo Jacobacci è anche sicuramente prolifico. A pochi mesi di distanza da Jazz Novilunion (un CD firmato “Clorinda” in qualità di compositore musicale ed arrangiatore), torna alla formula strumentale con questo EP dalle tinte decisamente lievi (come i fiori di loto e la bellissima copertina che accompagna il nuovo lavoro), in bilico tra modern classical music (dettata da melodie per piano che fanno da solida base ai pezzi), jazz e tante suggestioni sudamericane e spagnole. Quattro brani che ad ogni ascolto fanno emergere nuovi e delicati dettagli. Da ascoltare con calma e mente aperta.
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