MASSIMO MORELLI - Il vento
(Autoproduzione)
Sarebbe riduttivo parlare di cantautorato per questo disco di Massimo Morelli. Lo è perché Morelli non nasce da quella roba lì. Nasce e cresce con il punk, con il rock. E il piglio da punk ce l’ha ancora. Senza tanti fronzoli, con una chitarra, la sua semplice ma intrigante voce, e talvolta un’armonica, ci regala un mini album d’esordio come solita, che sa molto di attitudine DO IT YOURSELF, di punk appunto. Anche il modo di suonare la chitarra, in modo molto ritmico, sa più di combat folk che di cantautorato pop melenso e fighetto che spesso gira per il web tra uno streaming e l’altro. Nonostante questo però Il vento non è un disco semplice. E’ un disco che man mano che lo si ascolta ci fa scoprire una trama intricata, fatta di arpeggi, di schitarrate, di stop & go inusuali per un cantautore. Quando alza i ritmi ci vengono in mente Van De Sfroos o i Modena City Ramblers (entrambi abbastanza combat). Ma in Morelli c’è una freschezza, un’onestà che lo fa andare poi per la sua strada, che gli fa scoprire con semplicità emozioni, moti malinconici, irrefrenabili onde d’amore (ne “Il mio angelo”). E’ la vita, che Morelli si prende in faccia, senza se e senza ma, come il vento potente di un mare in burrasca. O il vento lieve di una sera d’estate nel giardino sotto casa.
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