È una bellissima giornata in riva al lago. Lugano è una città molto tranquilla ma intensa e pulsante. Sono abbastanza emozionato, erano più di 12 anni che attendevo il momento di assaporare nuovamente le note dei Massimo Volume in dimensione live, da quel lontano 25 aprile del 1997 al Maffia di Reggio Emilia. Sono cambiate moltissime cose, sono cambiato io in primis, ma l'amore per questa band non ha mai subito cedimenti. Come detto sono emozionato ed assistere al sound check (maledetto fischiettante microfono ridondante), vedere con quanta cura e devozione preparano questa serata e poter discutere con Emidio, Vittoria ed Egle come con degli amici al bar mi mette una serenità ed una pace interiore, quasi magiche. Al rientro dalla cena, mi siedo sul comodo divano del backstage del Living Room al fianco di Emidio, accendo una sigaretta ed il mio vecchio registratore a cassettine... quello che ne segue è il resoconto della conversazione (più che di una vera e propria intervista) con Emidio "Mimì" Clementi, che ringrazio per la disponibilità e la gentilezza.
Forse un po' scontato come inizio, ma di rito, anche per chi non conosce la conosce... ci racconti la storia dei Massimo Volume?
Il nucleo originario si è formato a Bologna nel 1991, anche se poi effettivamente il primo lp "Stanze" è uscito nel 1993. Nel frattempo avevamo registrato un demotape con 4 brani che era stato accolto molto bene dai giornali specializzati e questo ci aveva dato la possibilità di farci conoscere e di poter suonare dal vivo. Stanze è disco per metà autoprodotto, viste le esigue risorse della Underground Records, tanto che questo ci ha portati a passare alla WEA. Sfruttando il momento della grande esplosione dei Nirvana, le case discografiche si aspettavano che potesse succedere qualcosa del genere anche in Italia e misero sotto contratto diversi gruppi tra cui noi. Con loro pubblicammo "Lungo I Bordi"... ma quella con la WEA non fu un'esperienza molto felice... perché, per i motivi che si possono capire, noi in quel mondo eravamo dei pesci fuor d'acqua e loro, di contro, non sapevano come gestire una realtà come la nostra, non conoscevano la scena da cui provenivamo. Nel frattempo avevamo preso come management la Mescal, che non era ancora un'etichetta discografica, ma nel momento in cui è lo è diventata non ci abbiamo pensato due volte a passare definitivamente con loro. Per noi quello è stato un periodo molto bello, con Mescal abbiamo pubblicato sia "Da Qui" che "Club Privè", che resta a tutt'oggi l'ultimo disco "ufficiale" dei Massimo Volume... certo dopo è uscita la colonna sonora di "Almost Blue" (film del 2000 del regista romano Alex Infascelli N.d.R.), anche se questa era già un'altra faccenda, visto che è pure uscita con la Cecchi Gori...
E dal 2002 ...
... dal 2002 c'è stato questo periodo di pausa... questa lunga pausa di 6 anni. I motivi sono fondamentalmente i soliti per cui un gruppo si separa, siamo stati insieme molti anni, anni vissuti intensamente, dove i Massimo Volume erano il centro della nostra esistenza e tutti quanti sentivamo il bisogno di staccare. Durante questo periodo, siamo comunque rimasti molto attivi, io ho portato in scena i readings dei miei libri, ho collaborato con Manuel Agnelli (degli Afterhours N.d.R.), ho fatto un disco con gli El Muniria, Vittoria ha suonato con i Franklin Delano, Egle ha pubblicato due dischi solisti... e poi anche il fatto di esserci rimessi insieme è stato un po' casuale, nel senso che abbiamo avuto questa proposta dal Museo Del Cinema di Torino, per la ri-musicazione di "La Caduta di Casa Usher", film muto di Jean Epstein del 1928, tra l'altro film molto bello, e subito dopo la richiesta di partecipare al Traffic Festival (sempre a Torino nel luglio 2008 N.d.R.). Fino alla sera in cui abbiamo suonato, ma anche nei giorni seguenti, credevamo che questa fosse una serata estemporanea, che sarebbe stata la nostra unica apparizione, ma successivamente ci è stato proposto Urbino ed abbiamo accettato in quanto è un Festival a cui siamo particolarmente legati, avendoci suonato in diverse occasioni precedenti... e da lì ci è venuta la voglia di riportare avanti il discorso.
Torniamo un attimo indietro, spesso tra le vostre influenze sono stati citati gli Slint... o comunque l'allora nascente scena "post-rock", corrisponde al vero...?
Gli Slint sono stati certamente un modello, ma forse più per Egle, le mie influenze più prettamente letterarie sono state Jim Carroll... molta letteratura americana. Musicalmente all'epoca ascoltavamo parecchia musica minimale, che ci ha aiutato molto nella costruzione dei nostri brani, poi col tempo è diventato sempre più difficile capire cosa con gli ascolti ti si sedimenta dentro, perché alla fine hai uno stile tuo e che a volte diventa anche un limite, hai un'impronta dalla quale fai sempre più fatica ad uscire. Senza voler essere presuntuosi, con tanti gruppi americani che al tempo non conoscevamo, eravamo in... sintonia, senza sicuramente che loro conoscessero noi (ride N.d.R.). È stato comunque piacevole scoprire che c'era un mondo che più o meno la pensava come noi. Nelle nostre influenze c'era il rock, ma c'erano anche altri ascolti molto diversi fra loro, che ci piaceva (e ci piace) portare dentro i nostri lavori, sempre pensando il tutto in funzione... in una situazione prettamente rock, quindi basso, chitarre e batteria.
Letteratura americana, dicevi, io e penso molti altri come me, grazie al vostro brano "Il Primo Dio" (canzone d'apertura dell'album "Lungo I Bordi") abbiamo conosciuto Emanuel Carnevali, per la qual cosa, personalmente, ti ringrazio infinitamente.
Non c'è di che, è un piacere... Carnevali è stato uno degli scrittori più maledetti dell'inizio del secolo scorso, un personaggio con una vita intensissima ed affascianante quanto difficile e dura. Lui è stato ed è tutt'ora poco conosciuto nel suo paese, un po' meglio va in America, anche perché lui scriveva in inglese ed era molto restio a tradurre in italiano così come dopo la sua morte lo è stata la sorellastra, visto che lui parlava molto male della figura del padre, ma che comunque ha curato la raccolta e la pubblicazione in Italia dei suoi scritti, proprio con il titolo "Il Primo Dio".
E passando da Carnevali, arriviamo alla tua attività di scrittore... o meglio dire romanziere.
Ho pubblicato recentemente il romanzo "Matilde e i Suoi Tre Padri", che alla fine è il quarto romanzo che scrivo, il quinto libro in assoluto (dopo l'esordio "Gara Di Resistenza" del 1997 che è una raccolta di suoi racconti N.d.R.). Le due cose (scrittore e musicista) le vedo bene insieme, si sposano bene, poi è vero che passare da una all'altra... se sto scrivendo un romanzo passare alla scrittura dei testi non è semplicissimo, perché c'è un tipo di respiro diverso e di solito è sempre complesso, però alla fine vorrei continuare a portarlo avanti, anche perché mi accorgo che quando mi dedico troppo ad una delle due attività, l'altra mi manca ed anche per un discorso meramente economico, bisogna farne di cose per poter andare avanti... il puro hobby non ti dà da mangiare...
A proposito di questo, come trovi la situazione musicale italiana?
Ti dico... per questa nostra rentrée noi siamo stati anche un po' privilegiati, perché era molto tempo che non suonavamo e la gente aveva voglia tornare a sentirci, per cui non abbiamo percepito tanto una crisi, che comunque è arrivata ed arrivata ben prima della crisi economica, però effettivamente, da quello che si sente in giro la situazione è difficile, si sono abbassati i cachet, ci sono molte meno occasioni per suonare e poi c'è il discorso prettamente discografico... cioè, io non rimpiango la fine dei contratti con le grandi majors, si capisce che il futuro sarà sempre più attraverso internet, anche se in realtà nessuno ha ancora capito come questo potrà permetterti di portare avanti il discorso... la vita reale... staremo a vedere. Poi è anche affascinante questo momento di grossa trasformazione, di tutta la realtà musicale, che poi ogni trasformazione coincide con momenti di grossa crisi, credo... mi sembra che la voglia di ascoltare musica non sia passata, ne diminuita. Ora è tutto più difficile, prima era abbastanza chiaro il percorso che dovevi fare, cioè anche un gruppo come il nostro non ha mai guadagnato molto dai dischi, ma fare i dischi ti permetteva di poter avere un'attività live e quindi più remunerativa. Ora, invece, vedo che anche i cachet sono veramente bassi, per cui risulta difficile tenere in piedi... diventa una cosa quasi hobbistica, come si diceva prima, cioè se ad uno i soldi gli arrivano da un'altra parte bene... altrimenti è veramente complesso.
Sempre restando alla scena musicale italiana, facendo un discorso più prettamente artistico, cosa ci puoi dire?
In Italia non c'è stato un grande ricambio generazionale, cioè ci sono realtà nuove, penso ad esempio a Le Luci Della Centrale Elettrica... se vuoi ci stanno, però in altri periodi storici è successo che la generazione precedente venisse spazzata via, almeno per un periodo, anche se poi recuperava. Invece, ultimamente, c'è stata una sorta di continuità col passato, che se vuoi è bene per noi e per tutti gli altri... per cui anche la generazione nuova è cresciuta ascoltando i nostri dischi, quindi abbiamo un pubblico misto, gente della nostra età ma anche ragazzi giovani. Forse rispetto alla nostra generazione oggi c'è un po' meno coraggio... non so... vista in prospettiva, perché all'epoca non me ne rendevo conto, tant'è vero che gli anni 90 sono stati un bel momento, ognuno aveva la propria idea e la portava avanti, cioè mi pare proprio che sia stato veramente un bel periodo. Adesso non lo so, voglio dire... non mi va nemmeno di fare il grande vecchio che sputa sulle generazioni nuove, perché mi farebbe schifo, ma sembra che oggi siano più preparati tecnicamente ma che come dicevo manchi un po' di coraggio... cose belle ce ne stanno, altre mi lasciano del tutto indifferente.
E' quasi ora di salire sul palco... cosa puoi dirci del futuro (prossimo) dei Massimo Volume?
Il fatto sta che... ora stiamo preparando un disco nuovo che speriamo uscirà nella prossima stagione, poi come sempre i tempi sono un po' aleatori e quindi credo se ne parlerà per il 2010. Stasera, però, presentiamo un pezzo nuovo che abbiamo portato per l'occasione... per questa data estera a Lugano, che è la prima di una mini-serie, visto che andremo a suonare anche in Lussemburgo ed in Belgio. Quest'estate saremo in giro per una quindicina di date e pubblicheremo un disco live con la Unhip Records, e nel frattempo staremo comunque un po' di tempo sul disco nuovo...
...
Ed è ora per Emidio, Egle, Vittoria ed il nuovo chitarrista Sefano Pilia di salire sul palco, dal quale scenderanno dopo circa un'ora e mezza di splendide ed intense emozioni.
Non mi resta che ringraziare Fabio (mio compare on the road) e Gabriella, Tibe, Luca e l'organizzazione del Living Room di Lugano (a cui vanno i miei complimenti per il magnifico locale che gestiscono), per l'opportunità che mi hanno concesso.Carico i commenti... con calma