Cosa potrà mai significare “avere qualcosa da dire” nel 2019? Nell’impossibilità di una risposta netta, la questione si presta a tutta una serie di interpretazioni. L’ultima volta che abbiamo avuto notizie dei Massimo Volume, stavano “Aspettando i barbari”. Nel frattempo questi si sono palesati, hanno portato scompiglio diffondendo odio e ignoranza, come se a queste latitudini se ne fosse mai sentita la mancanza, ed ora contemplano il proprio operato paghi di una mediocrità senza precedenti. Attoniti e impotenti, invochiamo “Nostra Signora del Caso” ma è più una maledizione che una supplica.
“A volte immagino il mondo coperto da un velo, che nessuno ha il coraggio di scostare per vedere cosa c’è dietro. Nemmeno io lo volevo ma poi s’è alzato il vento, e quello che non osavo scoprire ho capito che era peggio di quello che temevo”. L’avvertimento di Emidio Clementi sulla titletrack lascia poco spazio ai dubbi: è tutto infinitamente più triste di quanto lo avremmo immaginato, ma ormai è tardi. Tanto oggi è andato: “Vedremo Domani” e “…se poi sarà troppo dura per noi, incolperemo qualcuno”. Tanto non è quello che stanno già facendo tutti?
Le chitarre di Egle Sommacal grondano lacrime su un tappeto di tastiere algide, vere protagoniste della maggior parte dei brani. Vittoria Burattini guida questo incedere solenne tra i fantasmi della sconfitta con ritmiche asciutte e prive di fronzoli. I versi di Clementi rifuggono tutto ciò che è consolatorio, accomodante, condiscendente. La verità è uno schiaffone quotidiano diretto al viso del piccolo borghese de “La ditta di acqua minerale”, impossibilitato a distogliere la mente dalla propria decadenza. La consapevolezza assume le tinte grigie di “Una voce a Orlando”, col suo inconfessabile desiderio di eroi in un mondo inadatto a partorirne.
È una voce che si erge libera e disillusa quella di Clementi. Uno che ha un rapporto così intimo e confidenziale con la scrittura, da poter ricorrere alle rime con i verbi all’infinito senza sembrare un coglione (“Amica prudenza”). I ragazzi quello che avevano da dire l’hanno detto, chi è in grado di rispondere lo faccia ma moderando le aspettative. Perché: “…la verità è brutta, spaventa vederla nuda”.
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