Un musicista come Massimo Zamboni non ha bisogno di alcuna presentazione. Da ormai trent'anni simbolo di un certo rock d'autore, l'ex chitarrista di CCCP e CSI, in occasione dell'ormai tradizionale concerto presso il Carroponte di Sesto San Giovanni, ci racconta dei suoi nuovi progetti, dall'album "Un'infinita Compressione precede lo Scoppio", firmato con la "collega" Angela Baraldi, fino ai vari spettacoli che vedono coinvolti i vecchi compagni di viaggio dei CSI. Buona lettura. 

1) RR: L'anno scorso c'era stato un concerto-cena a Bergamo durante il quale spiegasti che non avevi alcun rapporto con i vari ex membri dei CSI dalla fine degli anni Novanta. L'unica persona che aveva rapporti con uno di loro era Angela Baraldi, impegnata in un tributo ai Joy Division con Giorgio Canali. A distanza di un anno però ci sono stati "30 Anni di Ortodossia", "Il Fantasma dell'Opera" e "Ciò che non deve accadere accade", tutti spettacoli che coinvolgono anche Giorgio Canali, appunto, Gianni Maroccolo e Francesco Magnelli. Mi chiedevo come fosse avvenuto questo riavvicinamento...  MZ: Nella vita mai fidarsi della parola definitive, anche io non mi fido mai delle parole definitive, la vita è molto più bella e complessa di quello che pensiamo ..Bah, è successo tutto molto per caso: un giorno mi ha telefono Francesco Magnelli per proporre a me e a Maroccolo di suonare insieme la colonna sonora de "Il Fantasma dell'Opera". Nel frattempo Giorgio Canali lo avevo già incontrato grazie ad Angela, quindi è stato abbastanza semplice pensare di chiamare anche lui. Sono cose che vanno via veloci quando succedono, poi c'è anche una consuetudine, quando c'è un'amicizia, che fa saltare tanti passaggi. Quest'anno non è ancora detto che riusciremo a farlo ma a settembre dovremmo fare quattro-cinque concerti insieme. Dovevamo farne uno a Padova il 5 luglio (si trattava di "Ciò che non deve accadere accade", con Zamboni, Maroccolo, Magnelli e Canali a risuonare il repertorio dei CSI, ndr) ma abbiamo dovuto rinunciare: era una cosa davvero troppo complessa, tra prove e problemi personali. Faremo quindi una serata, che è "30 anni di Ortodossia", a cui parteciperanno come ospiti anche Magnelli e Maroccolo. Noi siamo qua, come tutti quanti viviamo la nostra vita... 2) RR: "Il Fantasma dell'Opera" era stato già musicato da Magnelli negli anni Novanta. Di quel progetto poi però non se ne fece nulla, anche perché avevano nel frattempo debuttato i CSI. La vostra intenzione sarebbe di portare quello spettacolo in tour e di sviluppare quel progetto o per il momento il tutto sarà rilegato ad una sola serata?  MZ: Beh, un piccolo tour lo stiamo già facendo, per la fine dell'anno quattro-cinque date già ci sono, tutte molto belle, molto importanti. E' molto piacevole suonare per immagini, quindi non credo che finisca qui questa storia. Dovrebbe esserci "Il Fantasma dell'Opera" e tra un anno avremo il titolo di un altro film.. è molto bello, è stimolante, non c'è motivo per non farlo.  3) RR: Parlando del nuovo disco, "Un'infinita Compressione precede lo Scoppio", salta all'occhio che è intestato sia a te che ad Angela. Come mai questa decisione? Non è stata usata una nuova sigla, c'è quasi l'impressione che si volesse far risaltare al massimo le vostre personalità.. MZ: Beh, non avevamo voglia di sigle, nomi di gruppi e cose del genere, ma di esporci in prima persona, quindi nomi e cognomi e nient'altro. Il cd lo abbiamo pensato insieme: le canzoni le ho scritte io ma Angela le ha reinterpretate e questo non è un ruolo minore, è un ruolo paritario dal mio punto di vista: così l'album porta i nostri nomi.  4) RR: La tua produzione solista è di solito caratterizzata da un suono minimale, gran peso dato alla parola e poco peso dato alla musica. Per quel che ho potuto sentire del nuovo album, mi pare ci sia un suono più "classico", più vicino a quello che dei CSI. Volevo chiederti come avete lavorato al disco e come avete ottenuto questo suono. MZ: Beh, questo è un suono molto naturale, la voce di Angela ha cambiato notevolmente la mia maniera di comporre e di pensare le canzoni, che andavano "rigirate" alla sua voce e non alla mia. Io ho bisogno di musica dilatata e non troppo rumorosa, non sarei in grado di avere una voce adatta per quella musica.. Angela è versatile, decisamente più di me da questo punto di vista.. questo lascia ampliare molto la gamma delle canzoni. Una volta composto è stato facile pensare a batteria, basso, chitarre... 5) RR: Considerando le colonne sonore che hai scritto, in base a cosa scegli a quali film lavorare? Il dover partire da un contesto predefinito, ovvero delle immagini che scorrono su uno schermo, per te come musicista è uno stimolo o è un limite?  MZ: Di solito non sono io a scegliere i film ma sono i film a scegliere me, nel senso che le proposte che arrivano credo che siano già molto precise, sono già tarate sul tipo di musica che io posso comporre. Credo di non aver mai rifiutato una colonna sonora, di solito la proposta mi viene rivolta da una persona che mi conosce bene e che vorrebbe lavorare con me.. e diventa facile per me pensare che io vorrei lavorare con lui.. ci troviamo molto d'accordo sotto questo punto di vista.. poi tu aspetti le immagini e la sceneggiatura, ma di solito basta la sceneggiatura per capire che film da musicare è.. 6) RR: I CCCP nascono nel 1982 in Germania, nello stesso periodo i Litfiba compongono "Rotterdam", i Diaframma "Amsterdam" e Pier Vittorio Tondelli diceva che, grazie all'Autobrennero, l'Emilia diventava quasi una gigantesca periferia di Berlino. Durante quegli anni questa fascinazione per il Nord Europa da cosa era data? C'era effettivamente qualcosa in più rispetto all'Italia od era sola un sentimento "giovanilistico", semplice voglia di andare via di casa?   MZ: Diciamo che oltre a tutte queste cose c'era anche il fatto che veniamo da un paese di sole, di mare, di sbracamento. Pensare di ribaltare queste condizione e cercare il freddo, la disciplina, l'austerità ma allo stesso tempo la facilità di vivere che ti consentono i paesi nordici era molto invidiata come scelta. Per questo tanti di quella generazione di quegli anni si sono rivolti al Nord Europa.. 7) RR: Sto leggendo in questi giorni un tuo libro di qualche anno fa, "Il Mio Primo Dopoguerra". Mi sembra che, con i CCCP prima e con i CSI poi, ci sia sempre stata una sorte di fascinazione per tutto ciò che è causa di dubbio, di incertezza. Penso ad esempio a canzoni come "Per me lo so": "In un presente che capire non sai l'ultima volta non arriva mai". Perché ciò? Voleva essere una spinta  mettersi costantemente in gioco? Al contempo però penso a pezzi come "Linea Gotica", dove c'era la spinta a prendere posizioni molto chiare e precise.. MZ: Secondo me è anche il fascino delle nostre storie musicali.. da una parte cercare l'ortodossia ed il rigore, posizioni anche molto determinate e dall'altra parte sapere che la vita offre una complessità tale alla quale conviene arrendersi. Ci sono quindi posizioni di assoluto, come quelle di cui dicevamo prima, "non suonerò mai più con.." e poi mesi dopo vedi che non valgono più niente. Questo è molto bello, è uno stimolo costante, a me piace quest'idea di pensare alla mia musica e ai miei libri come se costantemente stessi facendo lo zaino per un viaggio che so che andrà a modificare me prima che gli altri. Scrivere libri, in particolare, e scrivere canzoni è un modo per modificare quello che si è, in prima persona: questo secondo me aiuta anche gli altri a pensare a sè stessi.. 8) RR: Sempre citando "Il Mio Primo Dopoguerra", c'è una tua riflessione in cui fai notare come molto spesso noi italiani vorremmo un'Italia "più nordica", meglio governata, meglio gestita, più efficiente. Considerando la situazione attuale qualcosa potrebbe cambiare o la situazione è destinata a peggiorare? Ricordo un paio di anni fa il tuo ottimismo subito dopo la vittoria del referendum sull'acqua pubblica ma a distanza di tempo non mi pare di intravedere grandi miglioramenti.. MZ: No, è peggiorata. In un certo senso il popolo italiano è sempre più esautorato  dal detenere la propria vita. Sembra che, anche se viviamo in un contesto che è democratico, con le elezioni e garanzie di base che sono intoccabili, allo stesso tempo credo che mai così tanti italiani si siano sentiti così tagliati fuori da ogni possibile scelta e da ogni possibilità partecipazione a livello collettivo. Noi siamo veramente ai margini della possibilità di scegliere e questo è terribile.. 9) RR: E per finire, un gruppo storico ed uno emergente che ti sentiresti di consigliare. MZ: E' difficile... c'è un gruppo storico, parlando del Nord Europa: mi vengono in mente i Kraftwerk. L'idea del rock che hanno loro e che sono capaci di tramandare era molto forte.. mi sembra proprio di sentire i battiti dell'Europa antica nelle loro canzoni, che eppure sono così moderne.. sono quasi macchine che transitano.. musica moderna non so, ne ascolto così poca, ti dire una serie di sciocchezze, per cui non lo so.. a me piace quando la musica ti arriva per caso, ad esempio uno che ti regala un cd e pensa che sia adatto a te o ascolti della musica alla radio e ti colpisce.. ma più che la ricerca mi piace essere ascoltato. 

 

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