E' stata una lunga attesa, 7 anni dall'ultimo album in studio ("100th Window", 2003), ma il nuovo album dimostra con tutta la sua forza che i Massive Attack ci sono. E confermano di essere i dominatori del trip-hop, genere per altro coniato da loro, nonchè uno dei gruppi più talentuosi e apprezzati del panorama elettronico degli ultimi due decenni.
"Heligoland" è un album completo e complesso, con una varietà di suoni impressionante. Come di consueto, le collaborazioni vocali sono molteplici, vanno oltre i confermatissimi Horace Andy e Martina Topley-Bird e coinvolgono tra gli altri, la talentuosa Hope Sandoval e addirittura Damon Albarn.
Il disco parte con "Pray For Rain", quasi come una carezza affettuosa che ci vuole condurre dentro il loro mondo. Poi la splendida Martina Topley-Bird, artista che estende la propria carriera in un filone parallelo a quello dei Massive Attack, approfondendo le stesse sonorità attraverso le collaborazioni con Tricky prima, i dischi in studio poi (da ascoltare l'ultimo suo lavoro, "The Blue God"). Martina dà un fondamentale contributo a questo disco: la potente "Babel", ma soprattuto "Psyche", che occupa di diritto il nucleo centrale dell'album. "Psyche", probabilmente il brano più impegnato e affezionato dell'album, rimane onirica ed eterea, ma lascia un piccolo rimpianto verso la prima versione del brano, quella presente nell'EP uscito pochi mesi prima.
Horace Andy è in perfetta forma. La sua voce è angelica, anche in un disco dalle sonorità fredde nel complesso. Degna di rilevanza "Girl I Love You", un brano ipnotico, che entra sottopelle e si radica dentro. Bellissima anche "Splitting The Atom", in cui a tutti gli effetti riscopriamo la voce di Grant Marshall, che da sola crea quasi un nuovo genere dentro il disco.
E poi "Paradise Circus" e la magnifica voce di Hope Sandoval, proveniente dal mondo della country music. "Saturday Comes Slow", e la struggente interpretazione di Damon Albarn, sembrano un lamento catartico, che riscalda come il camino di una baita mentre fuori nevica.
Il disco si chiude con "Atlas Air", uno dei pochissimi pezzi con la voce di Robert Del Naja, che conclude quasi a voler sottolineare il suono potente e energico che il disco vuole sprigionare.
Tra tutti i dischi realizzati dal gruppo di Bristol, "Heligoland" è quello dalle sonorità più vicine al mondo rock in assoluto. Ed è questo il suo punto di forza: se "Mezzanine" è il capolavoro del trip-hop e va collocato in questo specifico contesto, "Heligoland" è un disco che piacerà veramente a tutti.
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