Ogni gruppo, se solo decidesse con consapevolezza e con coraggio di andare oltre certi dettami e certi paletti, avrebbe l'opportunità di diventare un grande gruppo. Ogni gruppo, se solo avesse l'illuminazione del capire che un musicista, mentre suona, può fare tutto, ma davvero tutto, avrebbe l'occasione di produrre bellezza, grandiosa bellezza. Solo dopo sarebbe tutta una questione di abilità tecnica, compositiva ecc, ma per me il cosidetto talento non è altro che questo: capire che sei libero di fare tutto il cacchio che vuoi quando suoni, e sono pochi i gruppi che hanno questo approccio, libero, gioioso e vitale con il suonare. Se poi un gruppo ha questa "forma mentis" e per di più fa un genere di musica seguito da persone che, non me ne vogliano i metallari, guardano ad ogni novità come ad un alveare nel cesso mentre caghi, vuol dire che è un gruppo con le palle sotto, chili e chili di palle.
I Mastodon fanno metal, ma i puristi del metal (capello lungo, birra e pancia della birra) li guardano storto spesso, e ai festival metal questi grandi uomini con grandi attributi suonano tipo alle due di pomeriggio, probabilmente nello sconcerto o peggio, nell'indifferenza generale. Vabbè, non c'è giustizia nel mondo, questo si sa; anche se Leviathan, secondo album degli americani in questione, ha avuto parecchio successo (non tutto quello che si meritava). Il primo album, invece, naturalmente me lo sono cagato solo io (la loro prima uscita, al contrario, una demo di nome "Lifesblood", se qualcuno ce l'ha o l'ha ascoltata, ha tutto il mio rispetto e la mia stima) dicevo: questo debutto di nome "Remission" mette subito in luce quello che è l'approccio di questi Mastodon: tecnica da buttare, cattiveria spietata nell'esecuzione e fantasia oltre ogni limite.
Tutte le canzoni, dall'iniziale "Destroyer" (due minuti di furia), sono un insieme compatto e potente di rabbia, feroce e nichilista ma con sprazzi di melodia e di pura bellezza ("Ol'e nessie", o l'inizio di "Trainwreck") che non possono lasciare indifferente un ascoltatore che ama tutti i generi di musica. Qui non stiamo parlando di solo metal, ma di Musica, quindi si passa con disinvoltura dai due minuti di furia agli otto minuti di bellezza pura di "Elephant man"; perchè i Mastodon se ne sbattono se il quindicenne con la maglietta degli Amon Amarth non capirà un cazzo delle loro canzoni, se ne sbattono se un mondo coi paraorecchi come quello del metal non li apprezzerà mai fino in fondo, loro fanno il cazzo che vogliono. E partono così con la stessa sincerità sia rullate furibonde che arpeggi di una grazia disarmante, tanto quando si ha questo livello tecnico si può fare tutto. E poi tanto, dietro le chitarre, c'è un uomo di nome Brann Dailor, che ve lo dico a fare? Uno dei migliori batteristi attualmente sulla terra, e non di quelli metallari con il doppiopedale a manetta, no, uno di quelli che sa perfettamente cosa mettere in ogni singolo secondo di una canzone, uno con le palle, che picchia come un dannato senza neanche risultare tamarro o troppo metal, anzi facendo vedere che tecnica e violenza possono essere sinonimi (insieme al bassista era nei Today is the day, gruppo hardcore di una cattiveria sensazionale, quindi non è nato metallaro il caro Brann, quest uomo può suonare davvero il cacchio che vuole).
Insomma, questo gruppo è fantastico e questo loro debutto semplicemente annichilisce per compattezza, ferocia e fantasia. E tra un pò arriva il prossimo con Cedric Bixler Zavala ospite in una canzone, giusto per far strabuzzare gli occhi ancora una volta a tutti i piccoli metallari (quelli che se in copertina non c'è un caprone o una croce al contrario allora il disco è brutto) questi piccoli metallari diranno che gli Scar Simmetry sono meglio e poi andranno a comprarsi l'Iron Cobra perchè ce l'ha Joey Jordison. I Mastodon, ancora una volta se ne sbatteranno e andranno avanti. E questo si chiama coraggio.
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