Quando solo pochissimi anni fa emerse dal sottobosco musicale il movimento witch-house, contestatissimo in quanto alcuni si rifiutano persino di definirlo genere musicale, ormai già al tramonto per ripetitività di idee ed esaurimendi di idee e immaginari, solo pochi artisti di questa casta riuscirono ad emergere dal flusso di gruppi e solisti che hanno iniziato a svilupparsi come funghi e destinati a scomparire nel giro di pochi EP.

C'è chi ha ottenuto un grande successo internazionale e commerciale, come i bravi Crystal Castles, tuttavia troppo eclettici per poter essere iscritti a questo genere controverso, o chi, come i Salem, ha saputo farsi riconoscere semplicemente grazie alla buona musica e all'hype. 

E poi ci sono i Mater Suspiria Vision, che sono talmente furbi nel tentativo di attirare l'attenzione che sono riusciti a far parlare di sé e a raccattare una grande schiera di ammiratori. Si tratta di furbizia, dicevamo. Perché in questo progetto, la musica non è altro che un optional. Perché il gruppo ha capito che, in quest'era malata, non conta tanto la musica che produci, ma come la produci. E quindi, via a splendidi videoclip lunghi come la morte, visionari e videoartistici, che diventano subito culto: colori, ombre, paganesimo come se piovesse, attitudine dark, belle ragazze, frutti, dannazione. E quindi, via alle edizioni dei dischi, sempre ipermegalimitatissime (a volte anche solo a 10 copie) e a prezzi foli, con copertine cartonate e personalizzate, dai colori accesi. Tutto molto bello, okay. Ma la musica?

Eh, la musica viene dopo. Perché, a tratti, sembra persino impossibile dire che ci sia. Nulla a che vedere con la qualità e l'ispirazione dei già citati Crystal Castles o dei Salem, ma neanche con la passione disincantata di gruppi minori come i White Ring, i Bathaus, Dark Mother e via dicendo. La musica dei Mater Suspiria Vision è un grande punto interrogativo. 

Non sei in grado di dire se sia bella o se faccia schifo. Perché, vuoi per lo spirito visionario, non riuscirei nemmeno ad infilarli nella cerchia degli artisti imbarazzanti del genere (e sono tanti, per fare un nome direi il tediosissimo (((O))), con il suo satanismo spicciolo ed elementare), perché loro sanno farsi distinguere e perché, dopotutto, sanno ammaliare l'ascoltatore.

Ma come lo fanno? è logico: con "melodie" tirate per le orecchie, lunghissime, lentissime, al limite del drone, con occasionali samples di ave marie (!) come in "eXorcism of the hippies" (sì, solo la x è maiuscola), giri di synth o possenti drum machine. Ogni tanto, credo anche volutamente, si sfiora nel kitsch, nel datato ("Foreign Affair"), mentre altre volte piazzano delle vere e proprie prese per il culo (la cover di Lady Gaga "Paparazzi" che, altro non é che la versione originale rallentata all'inverosimile, ed è una cosa estremamente trash).

Sebbene affascinante per cinque minuti, la musica dei Mater Suspiria Vision diventa subito aria fritta: non fanno altro che ripetere lo stesso drone e e lo stesso battito di drum machine per sette-otto minuti, aggiungendoci qualche voce femminile minacciosa o qualche effettaccio da horror-movie, che fa tanto figo. 

Trovo già difficoltoso completare l'ascolto di un'unica canzone, figuriamoci un album intero. "Second Coming" è un disco bluff che non funziona come ascolto in cuffia o nello stereo, ma solo (e dico solo) come accompagnamento ai video che lo stesso gruppo realizza con tanta parsimonia. Non si tratta più di musica, quindi, ma di videoarte. E perché non lasciarla tale, allora?

Perché spacciare queste atmosfere ripetitive e snervanti come brani musicali e non come colonna sonora? 

Questo un po' mi innervosisce. Okay l'immaginario, okay le visioni, okay le citazioni e l'amore per Dario Argento, okay i videoclip, okay le belle donne che piazzi in copertina, ma bastano davvero per conquistare così tanti fans che li seguono, ormai da anni, nei loro album completamente identici, convinti di ascoltare musica all'avanguardia e certi di essere diei cupi dark senza speranza? 

Lo dicevo io che erano furbi. Molto furbi

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