Un disco come questo è secondo me più un 'manifesto' che una registrazione e/oppure della semplice musica da ascoltare. Sicuramente adoperare espressioni come 'pop music' o 'easy-listening' in questo caso sarebbe sbagliato e addirittura qualche cosa di blasfemo. Non c'è niente di facile nel furore dronico del suono di questa ultima pubblicazione da parte di Mats Gustafsson, musicista e sassofonista molto apprezzato e anche per le sue collaborazioni negli anni con artisti del calibro di Sonic Youth, The Ex, Zu, Jim O'Rourke. Oltre che per essere un grande sassofonista jazz ovviamente e come tale uno dei più importanti per quello che riguarda la scena free-jazz non solo svedese, ma dell'intera Scandinavia.

'This Is From the Mouth' è uscito lo scorso marzo ed è composto in effetti da una sola composizione dalla durata di diciotto minuti in cui Gustafsson, accompagnato da David Sandstrom (Refused) e Andreas Werliin (Fire!, Wildbird & Peacedrums), suona quella che nella pratica sarebbe l'adattamento musicale per un opera teatrale, un progetto denominato 'Das Fliegende Kind' ('Il ragazzo volante') e ideato da Roland Schimmelpfenning e diretto da Lars Rufolfsson. L'adattamento e le registrazioni sono state concepite dallo stesso Mats e tutto il materiale è stato registrato con la produzione di Johan Berthing (Fire!, Tape) al Orieonteatern a Stoccolma in Svezia, in quello che una volta era un edificio industriale.

E nella pratica non ci sarebbe stata una location migliore per una performance sonora come questa qui. Anche se partiamo da quello che potremmo considerare come un episodio di free-jazz sperimentale, dobbiamo infatti considerare che in questo caso la fanno da padrone l'elemento dronico e le influence dalla space music, la musica cosmica e il kraut-rock. Le stesse influenze soniche e noise di band come Sonic Youth sono più che rilevanti in un'opera il cui intento del resto sarebbe letteralmente quello di creare un crescente fervore all'interno della testa dell'ascoltatore fino a quella che dovrebbe essere una vera esplosione delle cervella. E nel cercare di portare a compimento questa missione, questi tre ragazzi si può sicuramente dire abbiano adoperato tutte le capacità a loro disposizione e tutto il potere e il futurore di cui sono capaci.

È un lavoro che ha a che fare con l'avanguardia in tutti i settori e una composizione che definirei post-industriale. Non industriale, ma proprio post-industriale e la location è attinente, perché il suono di questa registrazione in verità è lo stesso suono che rimane quando la catena di montaggio ha smesso. Quando la fabbrica ha chiuso e le attività di produzione sembrerebbero essere finite. Quando tutto quanto ha chiuso e regna una calma apparente. Quando sembra che non sia rimasto più nulla ma allo stesso tempo con i tuoi occhi, o meglio con la tua mente, può vedere con evidenza che tutto quanto è ancora davanti a te. Quando alla fine riesci a cogliere il riverbero del rumore della vita delle persone e non puoi smetterla di respirare ricordando nella tua mente cose che apparentemente non avresti mai dovuto vedere e esperienze che non credevi, sbagliando, di aver mai vissuto sulla tua stessa pelle. Eppure queste sono dentro di te e dentro ognuno di noi.

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